Senigallia

L’affondo di Mangialardi sulle dimissioni del cda della fondazione Città di Senigallia

Netto il giudizio del capogruppo dem in consiglio regionale: «Mai si era visto un Cda dimettersi nel breve volgere di sei mesi dalla sua nomina perché incapace di svolgere la funzione a esso assegnata»

La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia
La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – «Gli arruffapopoli hanno vita dura quando si tratta di fare i conti con la realtà amministrativa quotidiana. Mai si era visto, e credo mai si vedrà in futuro, un Cda dimettersi nel breve volgere di sei mesi dalla sua nomina perché incapace di svolgere la funzione a esso assegnata, abdicando a quel senso di responsabilità che sempre dovrebbe distinguere chi accetta l’onere e l’onore di assumere la guida di un ente pubblico». È netto il giudizio che il consigliere regionale Maurizio Mangialardi dà delle dimissioni rassegnate dal Cda della fondazione Città di Senigallia pochi giorni fa.

Nella tarda serata del 30 agosto scorso, infatti, il consiglio di amministrazione composto dall’avv. Corrado Canafoglia, dal geom. Massimo Bernacchia, dal gen. Roberto Boccolini, dalla dr.ssa Susanna Vecchioni e dall’avv. Michele Castelli si è dimesso in toto, inoltrando le proprie dimissioni al sindaco del Comune di Senigallia Massimo Olivetti. Il motivo è dettato dalla «grave condizione finanziaria, emergente da pesanti perdite di vari milioni di euro, prodotte negli anni».

Un’uscita di scena temporanea che non è stata ben vista dal centrosinistra senigalliese. Il commento di Mangialardi riguarda anche il rinnovato appello del presidente dell’ente Corrado Canafoglia alle istituzioni politiche: secondo il capogruppo dem in consiglio regionale si tratta di un atto di accusa «rivolto alle amministrazioni del sindaco Olivetti e del governatore Acquaroli, al quale peraltro aveva offerto il proprio sostegno candidandosi, ahi lui con scarsi risultati, in una lista civica a suo supporto. Il grido di dolore dell’avvocato di ogni sorta di comitato nato a Senigallia negli ultimi dieci anni fa capire chiaramente la sua profonda delusione per l’essere stato lasciato da solo di fronte a questioni probabilmente più grandi di lui, ma che comunque necessitavano di una collaborazione ben più attiva da parte di Comune e Regione. Una collaborazione che, invece, è clamorosamente mancata».

Da sinistra il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, il presidente della Fondazione Città di Senigallia Michelangelo Guzzonato e il direttore della struttura Francesco Costanzi
Da sinistra il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, il presidente della Fondazione Città di Senigallia Michelangelo Guzzonato e il direttore della struttura Francesco Costanzi nel giugno 2020

Come d’altronde sarebbe mancato il sostegno della Regione quando, durante il precedente mandato amministrativo, l’allora cda della fondazione Città di Senigallia presieduto dal dr. Michelangelo Guzzonato stabiliva di fare investimenti per far partire prima le cure intermedie e poi, in alternativa, la rsa nella struttura di via del Seminario. Una delle scelte su cui si discute molto in questi mesi: la politica cittadina sta cercando di fare luce infatti anche sull’avvenuto convenzionamento e sulla mancata attivazione del servizio delle cure intermedie per cui l’ente senigalliese si era sbilanciato con ristrutturazioni e adeguamenti importanti: da qui – è questa una delle ipotesi – potrebbero aver avuto origine alcune delle lacune in bilancio.

Sostegno mancato dunque che avrebbe lasciato in difficoltà la fondazione Città di Senigallia, già alle prese con un contenzioso milionario con società Autostrade. E proprio sulla differenza tra le susseguenti gestioni dell’ente che gestisce una struttura per anziani che si affaccia su via Cellini si è espresso il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi: «In questo senso spicca clamorosamente la differenza tra la gestione durante gli anni della presidenza di Michelangelo Guzzonato, in cui la Fondazione non solo ha mantenuto un alto livello di eccellenza nei servizi di assistenza, ma è anche diventa motore di crescita sociale e culturale per l’intera comunità, e quella di chi, in pochi mesi, palesando tutta la sua inadeguatezza, è scappato alla prima difficoltà. Spero davvero che questa vicenda sia di lezione a tutti, affinché, come correttamente chiesto dal gruppo consiliare comunale del Partito Democratico, si apra un confronto vero per ripartire subito e dare quelle risposte che gli ospiti e le loro famiglie, i dipendenti e le imprese che collaborano con la Fondazione, nonché l’intera città, si attendono».