SENIGALLIA – Il sindaco Maurizio Mangialardi è tornato a parlare, durante la seduta del consiglio comunale, della sua posizione d’indagato. Lo scorso 29 giugno gli è stato notificato l’avviso di garanzia riguardo alle indagini che riguardano l’alluvione del 3 maggio 2014. Le ipotesi di reato vanno da omicidio colposo plurimo a disastro colposo, abuso e rifiuto di atti d’ufficio fino a pericolo di disastro. Le indagini riguardano l’alluvione del 3 maggio 2014 che ha causato tre vittime e danni per oltre 100 milioni di euro. Il consigliere di Unione Civica Roberto Paradisi ha chiesto spiegazioni riguardo la Delibera di Giunta in cui è stato dato mandato all’avvocato Marina Magistrelli del Foro di Ancona di difendere il sindaco per i fatti riguardanti l’alluvione: «I costi sono per Maurizio Mangialardi. Non conoscevo quanto mi è stato imputato, non ho mai avuto a che fare con i tribunali, io non ho commesso alcun reato, ma non basta dirlo, bisogna dimostrarlo e lo farò con i miei soldi e della mia famiglia – ha spiegato il sindaco – A distanza di più di tre anni da quel 3 maggio 2014 rifarei la stessa cosa. Tra qualche anno, 10 o 15 potrò recuperarli. Non so cosa ci sia scritto in quella delibera, non so cosa prevede il regolamento, ma io userò i miei soldi».
Mangialardi è inoltre tornato a parlare dell’avviso di garanzia: «Devo rispondere a Maurizio Mangialardi, in qualità di uomo, di sindaco, di marito e di padre. Sull’argomento non tornerò più. Non accetterò provocazioni o richieste di valutazioni che non attengano al percorso nuovo, per me inedito e complicato sul piano personale, difficile sul piano familiare, ma determinato e lucido sul piano amministrativo – ha spiegato – Risponderò nelle sedi opportune, dove dovrò dimostrare la mia innocenza, perché se tornassi indietro rifarei tutto quanto, ho fatto il possibile».