SENIGALLIA – Rammaricato per il rinvio a giudizio, per le intercettazioni subite e per un modo di fare politica che non gli appartiene. Ma allo stesso tempo fiducioso sull’esito grazie alle prime assoluzioni di tre ex assessori arrivate oggi, giovedì 18 novembre. Così l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi commenta l’esito dell’udienza preliminare per il processo, che inizierà a marzo 2023, sulla gestione della piscina delle Saline affidata alla Uisp cittadina.
«Sono rammaricato dal dover essere chiamato a rispondere a un processo inutile e chiaramente politico, ma allo stesso tempo molto tranquillo e sereno. So bene che si tratta di una vicenda costruita e montata ad arte da personaggi del precedente consiglio comunale come il consigliere Giorgio Sartini e la sua lista Senigallia Bene Comune, i quali per cinque anni non hanno fatto altro che ricorrere a denunce ed esposti, sostenuti in questo cinico gioco al massacro anche da figure nazionali e istituzionali della Lega con alcune interrogazioni parlamentari». Mangialardi ha anche il dente avvelenato per lo spreco di risorse pubbliche: «Lo Stato per questa questione ha speso 340 mila euro, sono stato intercettato sei mesi giorni e notte» con l’ulteriore dispendio di denaro pubblico perché il Comune ora dovrà risarcire le spese legali degli amministratori coinvolti e assolti. Secondo l’ex sindaco si tratta di una «bella batosta» politica per alcuni esponenti, qualcuno anche attualmente al governo della città.
Ma oltre al dispiacere, c’è la fiducia considerato il primo esito positivo relativamente ai suoi ex assessori. Secondo l’attuale consigliere regionale e capogruppo Dem, «le odierne assoluzioni dai miei stessi capi d’accusa per gli ex assessori Enzo Monachesi, Chantal Bomprezzi e Gennaro Campanile, i quali sono ricorsi al rito abbreviato, mi sembra facciano luce sul corretto operato in merito all’affido della gestione della piscina delle Saline alla Uisp, avvenuto nel 2015».
«Molte accuse formulate inizialmente – ricorda Mangialardi – sono già cadute. Resto dunque tranquillo e sereno, nella inscalfibile certezza di aver sempre lavorato non solo onestamente, ma anche e soprattutto nel pieno interesse della città e degli utenti della piscina, come del resto è stato dimostrato chiaramente dai risultati conseguiti. La proroga della gestione dell’impianto, infatti, allagato e gravemente compromesso dalla drammatica alluvione che aveva colpito Senigallia, venne presa per garantire la continuità dei servizi. Tanto è vero che provvedimenti analoghi furono adottati anche per altri 18 impianti sportivi. Un atto dunque di buon senso, di cui non mi pento e che rifarei senza se e senza ma, perché ha significato dare risposte immediate ai cittadini e restituire loro serenità».