La quiete dopo la tempesta è il momento più brutto, quello in cui ci si rende conto del pericolo scampato e si deve fare anche la conta dei danni. La natura ha messo a dura prova due realtà vicine, seppur in modo diverso.
Spiaggia divorata dal mare a Marina di Montemarciano
A Marina di Montemarciano, la violenta mareggiata dello scorso weekend ha provocato danni ingenti al litorale: in particolare ai Bagni Paolo-Bananas, sul lungomare Achille Buglioni, la spiaggia è stata letteralmente divorata dal mare. Una concessione ridotta veramente al minimo, tanto che la striscia di spiaggia – appena 10 metri – è stata erosa dalla marea con lettini e ombrelloni in acqua. «È una situazione insostenibile – dice amareggiato il titolare della concessione, Paolo Donati –, serve un intervento urgente e concreto, magari con una rifioritura della scogliera davanti allo stabilimento o con un ripascimento della spiaggia. Qui rischiamo di scomparire, eppure l’ultima mareggiata non era delle più forti, figuriamoci in inverno cosa potrebbe accadere».
Donati non riesce a mettere più di due file di lettini anche in condizioni di mare calmo, eppure i Bagni Paolo-Bananas sono tradizionalmente meta gettonatissima di tantissimi residenti della Vallesina. Un punto di riferimento che rischia di scomparire se non si interverrà subito. «Inoltre – aggiunge – i varchi tra una barriera e l’altra sono troppo larghi, quindi non servono alla funzione protettiva per cui sono stati realizzati. Andrebbero modificati aggiungendo scogli in grado di creare una vera barriera». Donati, imprenditore balneare di lunga esperienza, fa dunque appello alla giunta comunale: «Pago la mia concessione tanto quanto gli altri, eppure l’area demaniale è sottilissima, dunque chiedo che vengano prese delle decisioni urgenti per intervenire con un ripristino dell’arenile e una messa in sicurezza della zona».
La questione sarà trattata durante i lavori della giunta comunale, che si riunirà domani pomeriggio (giovedì 22 luglio) sebbene non sia tra i punti all’ordine del giorno, per trovare una soluzione alle legittime preoccupazioni di Donati e degli altri operatori balneari che come lui si trovano in difficoltà a causa delle mareggiate, anche perché il progetto del provveditorato delle opere pubbliche che prevede l’utilizzo degli 8 milioni di euro per la difesa della costa nel tratto Falconara nord-Montemarciano è in fase di realizzazione.
Tromba d’aria a Falconara
Amarezza, paura e delusione anche a Falconara Marittima, allo stabilimento “Mare Forza 9” che sabato è stato danneggiato dalla violenta tromba d’aria che si è abbattuta sul litorale. Lettini e ombrelloni spazzati via, andati a finire lungo la ferrovia. Altri, spariti nel nulla, portati chissà dove dalla forza del vento.
Due in realtà gli stabilimenti danneggiati – Mare Forza 9 e il vicino La Siesta – che oggi sono tornati in attività grazie ai tantissimi volontari, ai bagnini, la Protezione civile, all’intervento della sindaca Stefania Signorini e del presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli che sono andati a fare un sopralluogo in quello che sembrava uno scenario apocalittico.
«C’è stata grande mobilitazione di tutti – racconta il titolare di Mare Forza 9 Alessandro Gioacchini –, grazie al loro impegno e alla solidarietà di tanti siamo riusciti già domenica a tornare operativi e ospitare i bagnanti. Ma l’umore è a pezzi. È difficile riprendersi da una cosa così. Ti aspetti il vento forte, la burrasca, le mareggiate. Ma una tromba d’aria proprio no, era dal ’63 che non si verificava. Un fenomeno oltretutto circostanziato che ha colpito solo davanti al mio stabilimento, altri distanti una trentina di metri non hanno risentito di nulla, incredibile».
Ombrelloni divelti, lettini spazzati via, tanti danni. «È un miracolo che nessuno si sia fatto male – dice ancora Gioacchini –; ho fatto un rapido conteggio, 90 ombrelloni e 95 lettini non ci sono più, finiti chissà dove. Per fortuna siamo assicurati, grazie al fornitore che me li ha affittati per finire la stagione riusciamo ad andare avanti. Ma i danni superano i 50.000 euro. Un vero disastro. Ora proseguiamo ma resta la paura, davvero tanta, che possa succedere di nuovo».