MONTEMARCIANO – Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sugli interventi annunciati per il lungomare di Marina. A sollevare il polverone sono state le dichiarazioni del vicesindaco Andrea Tittarelli dopo l’ondata di maltempo del 16 maggio scorso che ha cancellato gran parte del ripascimento effettuato e che si era concluso proprio la settimana prima. Diverse le osservazioni mosse da Progetto Montemarciano.
L’area maggiormente interessata dalle mareggiate è quella compresa tra i due ristoranti Berardi e Heidi, su lungomare Buglioni, dove da tempo il fenomeno erosivo della costa si manifesta in tutta la sua potenza e gravità. Alla luce di quanto avvenuto, l’amministrazione comunale ha annunciato nuovi lavori pubblici per ripristinare lo status quo in tempi celeri e aggiungere alcune migliorie nell’area del lungomare. In primo piano un nuovo intervento di pulizia dell’arenile dai detriti spiaggiati e di ripascimento con la ghiaia proveniente dalla vicina Senigallia; e poi nuovi servizi igienici, docce sull’arenile con temporizzatore, la pulizia dell’area camper tra il lungomare e la ferrovia, nuova segnaletica orizzontale e cinque dissuasori di velocità con passaggio pedonale sul lungomare.
Progetto Montemarciano critica alcune scelte della giunta, priva ancora del sindaco Bartozzi e guidata dal vice Tittarelli. Innanzitutto, «le docce con il temporizzatore c’erano già l’anno scorso», così come per l’anno scorso, durante i lavori, sull’asfalto erano previsti i dossi artificiali con lo scopo di ridurre la velocità sul lungomare. Poi si è cambiato idea e l’intervento è slittato al 2023. Infine una chiosa sui servizi igienici: «se si intendono i bagni chimici, non ci siamo proprio: è ora di iniziare a programmare la costruzione di bagni più dignitosi».
Ma il tema principale rimane il futuro della spiaggia che sta letteralmente scomparendo, “mangiata” dalle mareggiate sempre più frequenti e violente. «Nell’attesa che abbiano inizio i grandi lavori di difesa costiera nella zona nord del litorale di cui si parla da un quinquennio, perché non provare a fare un salto di qualità nel contrasto all’erosione? La prima azione potrebbe essere quella di chiedere ufficialmente alla Regione Marche di programmare un intervento di ripascimento sulla spiaggia di Marina, ovvero quel tratto di arenile che va dalla foce del torrente Rubiano fino alla prima scogliera a pennello. È una nostra proposta, che cercheremo di formalizzare in consiglio comunale. Quel tratto di costa – ricordano gli esponenti di minoranza – continua infatti a subire gli effetti delle mareggiate perché il vecchio progetto non è stato completato e, probabilmente, non è stato neanche ben calibrato. I lavori furono finanziati con fondi statali della protezione civile e realizzati tra la primavera del 2009 e l’autunno del 2010. L’intervento ebbe varie fasi di complessità e fu pieno di problematiche tecniche e ambientali che sfociarono addirittura nel sequestro delle scogliere, i cui basamenti erano stati realizzati con materiali diversi da quelli previsti da capitolato. Anche la fase di collaudo presentò criticità che trovano testimonianze negli atti: in quello definitivo redatto nel luglio 2012 si evidenzia come, in sede di revisione e valutazione, era stata verificata l’impossibilità di quantificare con precisione le quantità di ghiaia apportata per mancanza dei rilievi ante e post intervento, e che pertanto i volumi di ghiaia presenti sull’arenile ammontavano a poco più del 12% di quanto previsto. La spiaggia non c’è perché non fu mai ricostruita, a differenza di quanto previsto da quel progetto. Anche nel tratto di spiaggia tra le scogliere a pennello non fu mai completato il ripascimento previsto».
La conclusione è un giudizio negativo sull’operato dell’amministrazione: secondo Progetto Montemarciano si dovrebbe chiedere supporto alla Regione per programmare gli interventi oltre la logica emergenziale. «Tra gli annunci e la cantierizzazione del progetto di ripascimento sono trascorsi quasi cinque anni, tempo prezioso anche per la zona a nord della foce del Rubiano (dal sottopasso Buglioni ai ruderi del Naomi) e per la zona delle scogliere a pennello dove sono sempre evidenti i segnali di squilibrio. Serve, pertanto, una visione più ampia e strategica per il contrasto all’erosione del nostro arenile, servono azioni costanti. Proviamo, anche così, a dare il nostro contributo» concludono.