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Meningite a Senigallia: scatta la profilassi ma c’è ancora paura

Il caso della donna 50enne, ricoverata ora in gravi condizioni a Fermo, ha fatto emergere tanta disinformazione in città. Il medico Volpini segnala comportamenti al limite del panico

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L'ospedale di Senigallia
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SENIGALLIA – Versa ancora in gravi condizioni la donna di Senigallia colpita da meningite e ricoverata all’ospedale di Fermo, reparto malattie infettive. Ma intanto in città si è sparsa la preoccupazione che vi possano essere altri casi. A rivelarlo è lo stesso medico senigalliese, nonché presidente della commissione regionale sanità Fabrizio Volpini, che si è sfogato sui social.

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«Decine di telefonate, messaggi, email, richieste d’informazioni, preoccupazioni, timori, paure, farmacie prese d’assalto per procurarsi i farmaci per la profilassi, per un caso di meningite batterica verificatosi in città. Il caso ripropone con forza il tema e l’importanza delle vaccinazioni, e in questo caso dei vaccini contro la meningite».

«Le vaccinazioni – continua Volpini – come unica arma efficace per combattere la diffusione delle malattie trasmissibili. Nei servizi di vaccinazioni e di prevenzione delle aree vaste medici e operatori, preparati e competenti, sono a disposizione dei cittadini per fare opera di informazione e per effettuare i vaccini nel rispetto di un rigoroso e scientifico calendario della vita».

L’episodio era iniziato nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio scorsi, quando una donna di 50 anni, insegnante in una scuola primaria di Senigallia, si era recata al pronto soccorso per una febbre che non accennava a diminuire. Dopo i primi test, è stato accertato che si trattava di meningite meningococcica e la donna è stata ricoverata prima al nosocomio cittadino poi, qualche ora dopo, trasferita al reparto di malattie infettive di Fermo, dove è al momento ricoverata in condizioni gravi ma stabili

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Nel frattempo, oltre alla preoccupazione, era scattata tutta una serie di provvedimenti per il colloquio con le persone che erano entrate a stretto contatto con la donna e per la profilassi antibiotica, effettuata su circa 90 persone, tra cui anche alcuni alunni, come spiegano dal servizio del dipartimento di prevenzione dell’Asur.
Oltre alle attività di controllo, i medici hanno applicato le direttive delle linee guida per la gestione della meningite diffuse dal ministero della salute.