SENIGALLIA – Anche gli attivisti senigalliesi di Arvultùra e Potere al Popolo si schierano contro la scelta del vicepremier leghista Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alle navi che trasportano migranti. La condanna arriva a poche ore dalla manifestazione di alcuni sindaci, tra cui quelli di Napoli, Palermo e Firenze di “disobbedire” a una legge dello Stato considerata “disumana”.
Grazie a post su facebook, striscioni e interventi pubblici è stata diffusa la richiesta al governo italiano di far scendere le persone dalle navi Sea-Watch e Sea-Eye. Allo stesso modo, altre 18 organizzazioni internazionali hanno già esposto la stessa richiesta: chiedono con urgenza all’Italia e all’UE di attivarsi per garantire lo sbarco immediato dei 49 migranti da giorni bloccati in mare.
«49 esseri umani con donne e bambini in mare da venti giorni! È una vergogna inaccettabile! Fateli sbarcare tutti subito! #apriteiporti» è il messaggio diffuso sabato mattina dagli attivisti di Arvultùra durante il mercato bio Mezza Campagna.
Stesso discorso per Potere al Popolo: gli esponenti di Senigallia della formazione di sinistra hanno diffuso un testo in cui si condanna fermamente la decisione di Salvini di non far attraccare la Sea-Watch, nave con decine di migranti, tra cui bambini piccoli, in mare ormai da oltre due settimane.
«Un governo codardo (in grado di battere i pugni sul tavolo solo quando si parla dei “neri” che arrivano in cerca di una vita migliore) e un’Unione Europea complice sono gli attori modesti di questo teatrino politico che ha ormai perso ogni senso di solidarietà umana. Questa vicenda, brutale e spietata, si inserisce nel solco di un disegno ben preciso, pensato sul lungo periodo e condiviso nella sostanza da tutte le forze politiche, dal centrosinistra al finto governo del cambiamento. Si tratta di una strategia pensata, agìta e portata avanti su due binari paralleli: da un lato, la distruzione totale dei diritti sociali e delle tutele basilari nonché delle condizioni minime per vivere un’esistenza dignitosa, dall’altro l’utilizzo di una propaganda martellante e strumentale che associa l’insicurezza sociale ai migranti, nonostante i dati parlino chiaro sull’irreale correlazione».