Senigallia

Il milite ignoto cittadino onorario di Corinaldo

Approvato dal consiglio comunale a votazione unanime il riconoscimento al soldato sconosciuto sepolto all’altare della patria a Roma. Principi: «Simbolo di quanti hanno dato la vita per i valori della libertà e della pace che oggi diamo per scontati»

Il monumento a Corinaldo dedicato al Milite Ignoto
Il monumento a Corinaldo dedicato al Milite Ignoto

CORINALDO – Anche Corinaldo conferirà la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Come previsto dal voto unanime del consiglio comunale del 31 maggio 2021, avverrà in occasione del centenario della traslazione dello stesso prevista per il 4 novembre 2021. Un gesto non dovuto ma che segue l’invito del presidente nazionale Anci, su proposta del Gruppo delle Medaglie d’Oro al valor Militare d’Italia, ha conferire il riconoscimento a una figura a cui tutti gli italiani sono legati perché memoria di quanti caduti per la patria.

Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, nel corso del quale hanno perso la vita circa 650 mila militari italiani, il Parlamento approvò la legge n.11 agosto 1921 per la sepoltura a Roma sull’altare della patria della salma di un soldato ignoto caduto in guerra che ha consentito alla popolazione di identificare una persona cara in quel militare sconosciuto. Ora quel soldato, che per cent’anni è stato volutamente ignoto, diventa dunque anche un cittadino onorario di Corinaldo. 

«Il Milite Ignoto, da semplice soldato senza un’identità, tranne l’unica di appartenere a una nazione in quanto italiano – ha dichiarato il primo cittadino del borgo gorettiano, Matteo Principi – diventa con questo ulteriore passaggio un cittadino appartenente a tutte le comunità». Un momento importante che deve coinvolgere la comunità e tutte le persone sensibili verso chi ha perso la vita per l’Italia, un modo per «sottolineare l’importanza delle tante persone, in particolare nel primo conflitto mondiale, che hanno dedicato la propria vita a dei valori importanti quali libertà e pace, valori che noi oggi diamo per scontati, normali; in realtà quella normalità è il frutto di grandi sacrifici».