SENIGALLIA – Segnalazioni, sopralluoghi, progettazione interventi, lavori. Così si potrebbe riassumere l’attività principale del Consorzio di Bonifica delle Marche che riassume alcuni dati relativi all’anno che si sta chiudendo. Nel 2019, solo dall’area del Misa, Nevola e Cesano sono partite oltre un centinaio di segnalazioni che hanno dato luogo a lavori nell’immediato e ad altri da progettare di cui si è discusso molto nella spiaggia di velluto e nei comuni limitrofi. Con il risultato spesso che il divario tra i desiderata e ciò che si realizza è davvero ampio.
Attività ordinarie e straordinarie che si traducono nell’area Misa, Nevola e Cesano in interventi per svariati milioni di euro, alcuni tuttora in corso, con a fianco una progettazione a lungo termine che tenga conto, dove possibile, dei cambiamenti climatici e dei fenomeni idrogeologici sempre più frequenti ed intensi.
«L’area di Senigallia – commenta il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, Claudio Netti – è un po’ il simbolo dei lavori fatti nel 2019 per quanto concerne le opere pubbliche. Le vicende di Senigallia, purtroppo, sono ancora più note a causa dei loro drammatici risvolti per i residenti e il tessuto economico cittadino. Gli interventi qui sono diversi: dal miglioramento degli argini al nuovo ponte II Giugno, passando per l’ampliamento della sezione idraulica del Misa nel tratto terminale e lo sfioratore, un sistema che favorisce il controllo del livello dell’acqua».
Interventi tutt’altro che conclusi o persino iniziati dato che la discussione politica sul ponte II Giugno ha di fatto bloccato ogni tipo di percorso e la progettazione stessa, mentre dello sfioratore non v’è ancora alcuna traccia ma rientra tra i progetti messi in campo per i prossimi anni su cui la politica deve invece fare il suo corso in termini di reperimento delle risorse di realizzazione. Stesso destino per gli argini del lato sinistro del fiume e per le vasche di espansione in zona Bettolelle di Senigallia, finanziate già dalla Regione Marche ma senza che una singola ruspa sia entrata ancora nei terreni per realizzarle. Insomma la forbice tra dati e realtà è ancora ampia, così come quella – e sarebbe strano il contrario – tra i desideri delle popolazioni che con il fiume hanno avuto a che fare in più d’una occasione e ciò che invece è possibile fare.
Anche per il Nevola devono essere presi provvedimenti che vadano oltre la manutenzione ordinaria, per evitare che si ripetano episodi come il cedimento della provinciale 12 tra Brugnetto e Passo Ripe di Trecastelli che ha tenuto bloccati i flussi viari per oltre un anno e mezzo.
Stessa situazione sul Cesano dove da tempo i residenti chiedono interventi di messa in sicurezza sia dell’alveo fluviale, sia della rete idrica secondaria: la cattiva manutenzione è la principale responsabile degli allagamenti che hanno visto dalle colline di Mondolfo – solo per fare un esempio – scendere acqua e fango che hanno poi “invaso” Marotta e la statale Adriatica.