SENIGALLIA – «Creatività e passione sono la base da cui partire, a cui va unito tanto studio. E poi un pizzico di audacia» per provare a graffiare il mondo della moda con il proprio stile. Questo il consiglio che lo stilista Anton Giulio Grande, talento calabrese da anni noto a livello internazionale, ha voluto imprimere nei giovani degli istituti scolastici di tutta Italia che hanno partecipato al convegno all’interno della manifestazione “Senigallia Collezioni – Moda e Formazione“, svoltosi venerdì 12 luglio a palazzetto Baviera.
L’evento è promosso dall’istituto d’istruzione superiore B.Padovano di Senigallia, con il sostegno della Fondazione Città di Senigallia e della Confcommercio. Si tratta di un’importante occasione di confronto tra varie realtà scolastiche e imprenditoriali, che ha visto la partecipazione dello stilista Anton Giulio Grande, di Massimo Torti, segretario nazionale della Federazione Moda Italia e di Giacomo Bramucci, presidente di Confcommercio Marche Centrali.
Quest’ultimo ha spiegato come il settore sia fondamentale per il territorio, non solo perché unisce la progettualità e la creatività all’artigianato e al made in Italy, ma anche perché si trasforma in un veicolo di promozione turistica eccezionale.
Della stessa linea Massimo Torti, responsabile di Federmoda Italia: «Il made in Italy, pur essendo un concetto astratto, è il terzo marchio al mondo per riconoscibilità. Tutti hanno sentito parlare di Made in Italy ma c’è tanto di più oltre all’ultimo passaggio che è quello della lavorazione: c’è una filiera che parte dalla creatività e dalla ricerca. Ecco perché bisogna parlare sempre di più di cultura e guardare con attenzione all’innovazione: dobbiamo sapere e saper fare, unire tradizione e innovazione, guardare al passato con nuovi strumenti per creare il futuro».
L’esempio migliore di questa esperienza l’ha portato poi Anton Giulio Grande: lo stilista lametino, recentemente insignito del premio “La Loggia di Firenze”, ha parlato aprendosi ai giovani studenti degli istituti professionali. Senza fare riferimenti ai riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera ma parlando dello studio e della ricerca, Grande ha voluto sottolineare l’importanza di conoscere bene la filiera produttiva ma anche della cultura dell’arte e del bello, veicoli per approdare alle maggiori opportunità che il settore possa offrire. A cui «si deve tendere con passione, spirito di sacrificio ma anche con un pizzico di audacia, che non guasta mai, anzi: sono proprio queste caratteristiche che aiutano a essere concreti».