SENIGALLIA – Si amano per pochi mesi e poi si lasciano. Dalla storia nasce un figlio che il padre riconosce solo dopo un test del dna. L’uomo inizia a vedere il bambino ma quando la mamma vede il piccolo turbato da quegli incontri si rifiuta di portarlo a quelli successivi e il suo ex compagno la denuncia per sottrazione di minore e la fa finire a processo.
A scatenare il senso di giustizia del padre sarebbe stata una frase che la donna avrebbe detto al bambino, come scusa sui mancati incontri con il genitore. «Papà è morto». Oggi, in tribunale ad Ancona, è stato sentito proprio il padre del minore che ha otto anni. L’uomo, un 52enne, operaio, ha riferito al giudice che la sua ex compagna avrebbe detto quella frase al figlio che hanno in comune e che lui non riusciva più a vedere.
Una vicenda di conflitti tra ex, del Senigalliese, che degenera ad inizio 2017. Fino a novembre 2016 infatti il papà vedeva il bambino con degli incontri protetti, alla presenza anche degli assistenti sociali. Otto anni primi la nascita del bimbo che è stato riconosciuto solo dopo alcuni mesi dal padre.
La coppia infatti aveva avuto una breve storia d’amore e quando p terminata la donna non sapeva di essere già incinta. Arrivata al quinto mese di gravidanza ha informato l’uomo che sosteneva di non essere il padre del bambino che portava in grembo. Poi è arrivata la richiesta del test del dna che hanno dato ragione alla madre. Il 52enne ha iniziato a vedere il figlio, in una situazione di alti e bassi per forti attriti tra i genitori. Durante un incontro congiunto la donna avrebbe visto il figlio turbato con il padre e avrebbe deciso così di non portarlo più agli incontri. È stata in questa fase che l’uomo l’ha denunciata. La tesi della difesa è quella che non c’è stata nessuna sottrazione di minore ma solo alcune assenze agli incontri. Respinta anche la frase sostenuta dal padre in udienza e relativa al fatto che la donna avrebbe detto al bambino che il papà era morto. L’imputata è difesa dall’avvocato Raffaele Dilillo, l’ex compagno dall’avvocato Emanuele Paladini.
Il processo è stato rinviato all’8 novembre quando verranno esaminati i testi della difesa e sarà sentita anche la mamma del bambino.