Senigallia

Nuovo anno, ancora manifestazioni a Senigallia per la pace in Ucraina e a Gaza

Tornano in piazza Saffi gli attivisti della Rete per la pace subito di Senigallia che svolgeranno il 63° presidio per ribadire la necessità di far tacere le armi

Manifestazione a Senigallia per la pace in Ucraina e Medioriente
Manifestazione a Senigallia per la pace in Ucraina e Medioriente

SENIGALLIA – Nuovo anno, nuove manifestazioni per la pace. In Ucraina come in Medioriente. A organizzarle è ancora una volta la “Rete per la pace subito” di Senigallia che scenderà sabato 13 gennaio, alle ore 18:30, in piazza Saffi con il loro 63° presidio per la pace, in cui verrà ribadita la necessità di far tacere le armi e intavolare un serio dialogo per la risoluzione dei conflitti.

In particolare, i pacifisti senigalliesi partono dal trattato istitutivo dell’Unione Europea, che recita: «Nelle sue relazioni con il resto del mondo, l’Unione (…) contribuirà alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della terra, alla solidarietà e al mutuo rispetto tra i popoli, al commercio libero ed equo, allo sradicamento della povertà e alla protezione dei diritti umani, in particolare i diritti del bambino, come all’osservanza rigorosa e allo sviluppo del diritto internazionale, compreso il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni unite. Inoltre il primo principio della Carta dell’ONU istituisce il primato del diritto internazionale sulle sovranità nazionali relativamente almeno a due obblighi: l’obbligo di rispettare e affermare ovunque i diritti umani, e quello di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, e per queste ragioni noi continuiamo a scendere in piazza».

Secondo gli attivisti della “Rete per la pace subito” è necessario che ONU e UE tornino, prima che sia troppo tardi, alle loro finalità originarie e affermino la supremazia dei principi universali contro i particolarismi degli interessi nazionali: «quando sono in gioco i conflitti internazionali e i diritti umani, le basi che orientano e legittimano le scelte politiche mai possono essere gli egoismi delle nazioni». 

Da qui un nuovo appello per il “cessate il fuoco subito” in terra santa così come nel territorio ucraino che si accompagnerà con la musica contro la guerra in generale e come metodo di risoluzione dei conflitti internazionali; contro l’invio di armi; contro l’aumento delle spese militari; per un’azione diplomatica concreta del governo italiano al fine di promuovere negoziati di pace e per l’accoglienza e l’assistenza a tutti i profughi.