SENIGALLIA – La posizione in cui dovrebbe sorgere il nuovo ponte Garibaldi, a Senigallia, continua a suscitare più d’una perplessità. E arriva la prima diffida, precisamente perché l’infrastruttura potrebbe (è ancora solo un’ipotesi) passare proprio sopra i locali della sezione comunale di Senigallia della Federazione Italiana della Caccia. Che ovviamente non ne vuole sapere e mostra i muscoli sostenendo che il valore è di almeno 400 mila euro.
In precedenza erano stati un architetto, un ingegnere e uno storico a sollevare dei dubbi circa il posizionamento dell’alto ponte che potrebbe in un colpo solo oscurare il prospetto dei portici Ercolani, divenire causa di disagi al traffico e rendere più caotica la viabilità. Queste le accuse mosse finora al disegno reso noto dai progettisti Anas con cui Regione Marche, struttura commissariale per l’alluvione 2022 e Comune di Senigallia hanno interloquito lo scorso mese.
Il dibattito
S’infiamma qualche animo – non così tanti per la verità vista l’assoluta necessità di un ponte in quell’area del centro storico senigalliese – per via del contrappeso delle varie esigenze. Da un lato c’è il rischio che rimanga una città spaccata in due dopo la rapida demolizione del vecchio ponte che poteva almeno essere mantenuto per l’uso ciclopedonale, quindi la pubblica utilità; pesano anche i nuovi criteri relativi all’altezza dell’infrastruttura e alla larghezza che non consentirebbero, in base alle normative vigenti, di ricollocare l’asse viario nella stessa ubicazione di prima. Dall’altro ci sono le criticità sollevate: proprio l’altezza, che rischia di renderlo impraticabile per molte categorie di persone, il raccordo con la viabilità esistente che procurerebbe numerosi disagi, e l’esproprio dell’area di arrivo dell’infrastruttura e delle sue rampe che rendono enormemente costosa l’opera.
La soluzione
Dunque la questione si complica e non poco: il sindaco Massimo Olivetti prova a fare da paciere, intanto sostenendo che sono altri gli attori che decidono mentre l’ente locale esprime solo un parere e nemmeno vincolante. In secondo luogo, affermando che sussiste il vincolo dei portici Ercolani per cui non possono essere oscurati dall’infrastruttura e i criteri di sicurezza che impongono una certa altezza. Di fatto la posizione dell’opera non sarebbe più un’opzione ma una scelta obbligata, che dispiaccia o meno.