SENIGALLIA – Dopo i lavori sugli argini, dopo le annunciate vasche di espansione e dopo il futuro escavo dell’ultimo tratto del fiume Misa, la messa in sicurezza della città passerà attraverso un nuovo ponte II Giugno. Se n’è parlato in seconda commissione consiliare lunedì pomeriggio, 21 ottobre, alla presenza del presidente del Consorzio di bonifica delle Marche Claudio Netti, il quale ha assicurato che sarà una struttura carrabile.
Del nuovo ponte che collegherà corso II Giugno con via Carducci e quindi con il rione Porto si sta discutendo animatamente da giorni. Vietato al traffico ormai da metà novembre 2016, a seguito delle ispezioni degli ingegneri, la struttura realizzata tra il 1948 e il 1950 sarà sostituita da un ponte in acciaio a campata unica, così da ridurre ancora di più le criticità note in caso di piena del fiume Misa.
Non ci saranno pile in alveo – ha spiegato il vicesindaco Maurizio Memè all’esordio dei lavori in commissione – e sarà carrabile, poi si potrà decidere con una scelta politica, se lasciarlo transitabile o confermarne la pedonalizzazione. Per ora il discorso prioritario da fare è quello relativo alla sicurezza, come a suo tempo è stato fatto per il ponte Perilli che non era più in grado di sopportare il traffico della statale 16 o per ponte Garibaldi, con una portata ridotta.
L’avvocato Netti, presidente del Consorzio di Bonifica ovvero il braccio operativo della Regione Marche, ha tenuto a precisare alcuni dettagli sull’opera, mostrando anche una versione alternativa però bocciata dai commissari. La nuova struttura sarà in acciaio, dipinta di bianco per richiamare un po’ il pontile e le ringhiere della Rotonda a mare, avrà una lunghezza di 40 metri (di cui quasi 34 sospesi) e permetterà di guadagnare quasi un metro di sezione idraulica per tutta la sua estensione, dal lato Portici al lato via XX Settembre. Il deflusso dell’acqua, in caso di piena, potrà quindi toccare una punta massima (è una stima del Consorzio) di circa 428 metri cubi al secondo grazie a questa soluzione più leggera rispetto a quella attuale in calcestruzzo, senza il rischio che tronchi, rami e detriti si possano fermare a ridosso delle pile causando il “tappo”. Costerà circa 2,5 milioni di euro, già stanziati dalla Regione Marche.
Per quanto riguarda poi la tempistica, se tutto fila liscio senza intoppi – come potrebbe invece essere con la valutazione paesaggistica della Soprintendenza – a novembre si potrebbe già ottenere il via libera ed entro primavera 2020 avere un nuovo ponte. Si sta inoltre riflettendo sulla possibilità di dare anche un’illuminazione di pregio alla nuova struttura. Ma qui siamo già nel campo dei “se”, come per il discorso della sua pedonalizzazione o meno su cui l’assessore Monachesi e il vicesindaco Memè non si sono espressi apertamente ma hanno fatto solo intuire che la direzione è stata già tracciata da tempo.