SENIGALLIA – Il consiglio comunale dà il via libera alle modifiche al regolamento che lo disciplina. Modifiche volute dalla maggioranza e approvate nonostante le resistenze dell’opposizione che aveva presentato ben 58 emendamenti (su 71, di cui 5 dalla maggioranza e altri 8 da Rebecchini) per evitare quello che ha definito un «atto di forza» del presidente del consiglio Massimo Bello. La discussione, molto accesa in alcuni momenti, verteva sul funzionamento dell’assise civica senigalliese, tra cui la riduzione delle commissioni consiliari da 7 a 4, la riduzione dei tempi e degli argomenti di intervento dei consiglieri durante interpellanze e interrogazioni, la possibilità di decadere dal ruolo di consigliere dopo cinque assenze non giustificate e di espellere dall’aula un consigliere.
Temi che hanno portato a uno scontro politico netto, senza intermediazioni o dialogo: la compagine di governo di centro destra ha portato avanti la proposta n. 2021/2603 “Modifiche e/o integrazioni puntuali al regolamento per il funzionamento del consiglio comunale e delle commissioni consiliari – Approvazione”, il cui relatore è stato il presidente del consiglio Massimo Bello, che oltre a essere consigliere è anche organismo superpartes. La proposta, bocciata, di far condurre i lavori alla vicepresidente Angeletti (Pd) ha inasprito persino l’introduzione allo scottante tema, tanto che il sindaco Massimo Olivetti è intervenuto per condannare come «spettacolo indegno» l’inizio della seduta, mentre il consigliere Marcello Liverani (FdI) ha usato l’espressione «mercato del pesce».
L’opposizione ha parlato quasi da subito di «attentato alla democrazia» e di «forzatura» da parte della maggioranza. «Abbiamo assistito alle 8 ore più buie, probabilmente, della storia del consiglio comunale di Senigallia. A fronte di uno spreco di circa € 2.000 tra commissioni e consigli comunali, si è votato per la modifica (ma in realtà, de facto, è un nuovo documento) del regolamento per il funzionamento del consiglio e delle commissioni. Un documento scritto in maniera grossolana, superficiale, male da un punto di vista tecnico. Un atto che dovrebbe essere condiviso da maggioranza e opposizione e che invece è estremamente fazioso sotto tanti punti di vista». I nodi secondo l’opposizione (Partito Democratico, Vivi Senigallia, Diritti al Futuro, Amo Senigallia, Vola Senigallia) sono i poteri sbilanciati del presidente del consiglio che «decide se e quando convocare le commissioni, se e quando ammettere gli emendamenti senza alcuna valutazione tecnica del segretario, su cosa i consiglieri comunali debbano interrogare. Tagliando i tempi di discussione, perché visto mai che l’opposizione possa parlare troppo, è meglio fermarli prima. Facendo decadere, in maniera totalmente illegittima e senza alcun appiglio normativo o regolamentare, le commissioni permanenti precedentemente istituite con atti di consiglio comunale votati in primis dalla stessa maggioranza».
Alla fine della discussione sono stati bocciati i 66 emendamenti proposti dalla minoranza e dall’unica voce fuori dal coro all’interno della maggioranza, Luigi Rebecchini, che ha tuonato contro i propri colleghi di governo cittadino. Intervento che ha fatto tornare tante persone a chiedersi cosa faccia dentro Forza Italia e dentro il centrodestra. Nel frattempo sono stati approvati i 5 atti della maggioranza che hanno eliminato la previsione di espellere i consiglieri dall’aula con l’ausilio delle forze dell’ordine. Il «colpo di mano, con l’assenso di un colpevole sindaco che in aula ha assunto la postura e l’atteggiamento dello scolaretto ubbidiente, è così passato – ha spiegato Gennaro Campanile (Amo Senigallia), presidente dell’unica commissione oggi in mano al centrosinistra – da oggi l’amministrazione non è più quella di centrodestra di Olivetti ma quella di destra di Bello-Olivetti con buona pace del ruolo dei consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, che potrebbero anche essere mandati a casa subito dopo aver votato il presidente del consiglio comunale e la giunta, dato che non servono più a nulla. Non solo il “segreto” ed il “silenzio” sono elementi caratterizzanti dell’attuale governo del finto cambiamento, ma ora si aggiunge anche il “bavaglio” istituzionalizzato».
Toni durissimi sono arrivati dalla Lega che parla di un’opposizione «sorda e incattivita come non mai» e di «un’occasione persa per una minoranza che ancora una volta si dimostra non leale e per nulla collaborativa, anzi a tratti ostruzionista visti i 58 emendamenti presentati senza entrare mai nel merito del regolamento». «Ci auguriamo che nei prossimi 4 anni, qualcuno si faccia coraggio e inizi a crescere e a pensare di più a Senigallia e di meno ai propri interessi». Stessa puntualizzazione dalla lista La Civica che accusa i consiglieri di minoranza di «non aver compreso l’importanza del provvedimento in discussione. Se avessero collaborato anche loro nella stesura, presentando emendamenti sensati, non i 58 tutti con la stessa richiesta senza senso, avremmo potuto, accettandoli, dare un nuovo impulso all’attività del Consiglio comunale di Senigallia. Hanno invece sprecato un’occasione importante. Millantano di essere esclusi dalle decisioni per la città: dovrebbero iniziare ad essere propositivi per pretendere di essere ascoltati».