KIEV – Ancora un viaggio dall’Italia all’Ucraina martoriata dalla guerra, ancora aiuti alla popolazione. Dopo due convogli solidali realizzati in primavera e lo svolgimento di un corso d’italiano per rifugiati, una delegazione delle Brigate Volontarie per l’Emergenza, tra cui anche attivisti delle Marche, ha raggiunto Kiev per consegnare medicinali ed altro materiale sanitario, e per progettare con organizzazioni ed associazioni del posto un intervento di carattere umanitario da svolgersi in autunno.
«Abbiamo consegnato 400 tamponi a un ospedale da campo che è stato montato al posto di un ospedale bombardato – spiega Vittorio Sergi, attivista senigalliese per le BVE delle Marche – ma l’intento nostro è quello di predisporre le basi per una nuova collaborazione. Non vogliamo calare progetti dall’alto ma dare una mano a rispondere alle reali esigenze della popolazione».
La solidarietà dal basso. L’associazione italiana, ma come questa anche tantissime altre, sta lavorando per «portare un gruppo di persone dall’Italia e da altri paesi europei per lavorare a fianco dei volontari ucraini». Ci sono intere città completamente distrutte che si devono preparare per l’inverno.
«Siamo stati a colloquio con Oleksandr Dmytruk, prorettore dell’università statale di Kiev per riaprire a settembre – spiega ancora Vittorio Sergi (in FOTO qui a sinistra). Vorremmo portare dall’Italia persone qui per dare solidarietà e vicinanza oltre che aiuti. Studenti che vogliano dare una mano ma anche operai. Stiamo valutando la possibilità di fare un campo di lavoro per aiutare la ricostruzione e la ripresa delle lezioni». Ancora è tutto da progettare, si è nella fase preliminare ma «stiamo cercando di capire le esigenze e cosa possiamo concretamente fare per ricostruire gli edifici distrutti dai russi».
Non si ferma la guerra, non si fermano nemmeno gli aiuti che le Brigate Volontarie per l’Emergenza, dalla Lombardia e dalle Marche, stanno raccogliendo e portando in Ucraina. ciò che serve, proprio dove serve.