Senigallia

Senigallia, offese il sindaco su Facebook: dopo le scuse, ritirata la querela

In un commento, una signora aveva accusato Mangialardi di aver preso tangenti. Il primo cittadino l'ha querelata ma, dopo le scuse dell'autrice dell'attacco , ha bloccato l'iter. «I social non possano essere scambiati per arene senza regole»

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Facebook e altri social network

SENIGALLIA – Dietro la copertura di un monitor, è più facile tirar fuori gli istinti più sconsiderati. A volte capita anche a persone insospettate e normalmente pacate. A fare le spese della rabbia “social” dei leoni da tastiera questa volta è stato il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, accusato in un commento su Facebook di aver preso tangenti. Il primo cittadino non ha lasciato scivolare l’episodio e ha sporto denuncia contro l’autrice delle offese. La signora, però, si è ravveduta, presentando le sue scuse al sindaco. Gesto che ha portato Mangialardi a ritirare la querela.

“Non ci sono scuse per il gesto crudele nei suoi confronti: in un attimo di rabbia e sconforto non sono riuscita a contenermi ed ho infierito in modo orrendo sulla sua persona […]”, ha ammesso la signora. “Sono immensamente pentita dell’errore commesso: sono frustrata, amareggiata, ma soprattutto delusa da me stessa, che mi sono fatta trasportare dalla folla e dai vari commenti di altri. Quando si è dietro una tastiera a volte è facile… e non ci si rende conto. […] Non mi capacito di averla delusa come cittadina, ma mi creda sono sinceramente pentita, sicuramente in quel momento non ero la stessa persona di sempre”.

Anche se le scuse sono state accettate, la signora deve pagare le spese legali ed effettuare una donazione a un’associazione del territorio operante nel campo sociale, come previsto dall’accordo raggiunto tra i rispettivi avvocati.

«Prendo atto delle scuse della signora e provvederò a ritirare la querela», ha detto Mangialardi. «Inoltre, avendo avuto modo di constatare un sincero ravvedimento, eviterò di rendere pubbliche le sue generalità. Tuttavia mi dispiace davvero di essere stato costretto, ancora una volta, ad adire a vie legali per tutelare la mia persona e il ruolo istituzionale che sono stato chiamato a ricoprire da accuse prive di ogni fondamento. È necessario che tutti comprendano come i social network non possano essere scambiati per arene senza regole, dove attaccare chiunque con infamie di inaudita gravità solo perché non si condividono le sue idee o il suo operato».

Anche il premier dimessosi Giuseppe Conte, nel suo discorso al Senato del 20 agosto, ha fatto la sua reprimenda sull’uso irresponsabile dei social. L’educazione civica, a volte, vince sull’odio.