SENIGALLIA – Sono oltre 90 le persone ospitate al centro di accoglienza che la Caritas ha allestito al seminario vescovile. Un numero che continua a variare perché mentre molte persone trovano una sistemazione da amici o parenti, comunque altre continuano a giungere nei locali di via Cellini messi a disposizione dalla Diocesi senigalliese per fronteggiare la grave crisi legata all’esondazione del fiume Misa. Un via vai continuo di auto, furgoni, ambulanze che da stanotte a questo pomeriggio hanno portato gli sfollati senza più una casa, senza più nulla.
«Il centro di accoglienza è stato aperto all’inizio dell’emergenza legata al maltempo – ha dichiarato il direttore della fondazione Caritas Senigallia, Giovanni Bomprezzi – per dare una risposta immediata a chi rischiava di perdere tutto, a chi poi ha davvero perso tutto. Sono arrivate circa 90 persone, soprattutto anziani e nuclei familiari, ma una trentina è riuscita a trovare una sistemazione da amici o parenti. Il problema è che ancora oggi, a diverse ore dall’inizio dell’emergenza, ancora arrivano le ambulanze a trasportare persone che non hanno più nulla». Intenso il lavoro di una quarantina di volontari di varie associazioni. «Stanno facendo tantissimo e le persone accolte percepiscono un po’ di serenità – continua Bomprezzi. Mi ha colpito lo sguardo delle persone che arrivavano senza scarpe o in camicia da notte. Cerchiamo di farle sentire al sicuro in mezzo a tanta devastazione».
All’interno del centro di accoglienza si trova Simona con il marito e la figlia. Racconta di essersi vista arrivare l’acqua dentro casa in poco tempo: «La mia casa è al piano terra e subito ha raggiunto oltre un metro di altezza. Hanno iniziato a ribaltarsi il frigo, persino l’armadio con tutti i vestiti; anche il letto non era più stabile. I nostri telefoni sono caduti nell’acqua quindi non potevamo chiamare nessuno e nemmeno uscire perché era pieno di fango. Ci hanno aiutati due ragazzi, due sconosciuti – dice con le lacrime agli occhi – e così la Protezione civile è potuta venire a salvare me, mio marito e mia figlia».
Anche lo stradone Misa, la via che come recita il nome costeggia il fiume esondato, è divenuto ben presto inagibile. La signora Simonetta abita in uno dei punti più bassi della via. «Dormivamo quando sono passate le auto della Polizia locale e della Protezione civile a segnalare di spostarsi ai piani alti. Ci siamo svegliati con l’acqua già dentro casa: tutto era ribaltato, un inferno». Per salvarsi hanno dovuto lei e il marito rimanere per due ore seduti su un tavolino. «Solo verso le 4 di notte sono arrivati i vigili del fuoco con il gommone per portarci via. Ma noi qui abbiamo perso tutto».
Nelle prossime ore, terminata la fase più acuta dell’emergenza, partirà il «censimento degli sfollati – spiega Maurizio Mandolini, dirigente dell’area servizi sociali dell’Unione dei comuni “Le Terre della Marca Senone” – perché dobbiamo comprendere con precisione chi potrà tornare in casa, con quale tempistica e quanti invece avranno bisogno di assistenza alberghiera. Abbiamo già ricevuto delle disponibilità da parte degli imprenditori».
La Caritas rende noto che al momento non sono previste raccolte di abiti o alimenti e, nel caso, saranno mirate e verranno comunicate sui canali della Caritas diocesana. Sono attivi anche un numero di telefono e una mail per comunicare le richieste di aiuto per la pulizia delle abitazioni o per dare la propria disponibilità ad aiutare: 353 420 54 66 – emergenzaalluvione@caritassenigallia.it.