ANCONA – «Nel mio computer c’è un file pieno di video che riprendono le aggressioni che ho subito da Alfredo». Così Loris Pasquini, 72 anni, ex ferroviere, in carcere dal 29 marzo scorso con l’accusa di aver ucciso a Roncitelli di Senigallia il figlio 26enne, parla dal carcere per rivelare la presenza di materiale in suo possesso in cui si vedrebbe il figlio in stato alterato prendersela con lui in vari litigi scoppiati in casa. Episodi che lui avrebbe ripreso perché preoccupato per lo stato di Alfredo.
L’arrestato lo ha detto al proprio avocato, Roberto Regni, durante uno dei colloqui tenuti in carcere e il difensore ha informato subito la Procura in modo che il file venga acquisito e visionato. È nel pc che l’uomo aveva a casa e la cartella del file porta il nome Alfredo. Voleva consegnarlo ai medici del centro di salute mentale per valutare il da farsi con il figlio che sarebbe diventato ogni giorno più ingestibile.
Su Pasquini padre la difesa aveva chiesto una perizia psichiatrica con la formula dell’incidente probatorio, ritenendo che l’uomo non fosse in grado di intendere e di volere quando ha ucciso il ragazzo, ma il gip l’aveva rigettata. Pasquini infatti aveva subito ammesso di aver sparato per legittima difesa. Un riscontro medico si farebbe in tempo a chiedere più avanti, stando al giudice, se l’uomo dovesse essere mandato a processo.
Il 72enne ha ucciso il figlio con un colpo di pistola detenuta irregolarmente in casa. Il 29 marzo scorso, era un lunedì, i due erano tornati a casa dopo un breve viaggio fatto in auto per accompagnare un amico di Alfredo alla fermata del bus.
Il figlio avrebbe iniziato ad inveire contro il genitore e una volta sceso dalla vettura, sul piazza di casa, avrebbe preso un bastone per colpire il padre. Il 72enne era riuscito a divincolarsi grazie anche all’intervento dell’attuale moglie (non la madre del ragazzo, dalla quale è divorziato) e a rientrare in casa dove ha preso la pistola con cui ha poi sparato al figlio colpendolo al collo.