SENIGALLIA – Le due consigliere del Movimento 5 Stelle di Senigallia minacciano di segnalare la situazione dell’ospedale cittadino anche al Ministero della Salute. Un annuncio che deriva dalla presa di posizione della giunta regionale e dal silenzio dei vertici politici locali sul mancato potenziamento del nosocomio della spiaggia di velluto nonostante l’aumento di posti letto di terapia intensiva e semintensiva previsto per varie strutture delle Marche, escludendo di fatto proprio quello che normalmente serve un ampio bacino di utenza e che d’estate raddoppia la sua attività.
«Il nostro ospedale “Principe di Piemonte” ha tenuto ben 160 pazienti provenienti dal Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro – scrivono Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli – che era andato in sovraccarico, oltre a garantire l’assistenza a tutta la popolazione di riferimento». Un sacrificio che si è concretizzato anche con la riorganizzazione velocissima di alcuni reparti (tra cui ortopedia, chirurgia, chirurgia breve, neurologia e gastroenterologia) per far posto alla covideria e a tutti i contagiati dal coronavirus che sono stati ricoverati a Senigallia. Una grande prova non ricompensata, secondo il M5S, dato l’aumento di posti letto previsto per altre realtà regionali che ha lasciato però a bocca asciutta la spiaggia di velluto.
«Il consigliere regionale M5S Piergiorgio Fabbri, con una sua mozione depositata il 5 giugno scorso, bocciata dal consiglio regionale delle Marche, aveva, invano, chiesto trasparenza e partecipazione nei processi decisionali relativi al progetto regionale di potenziamento post covid della rete ospedaliera dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva, che vede oltremodo penalizzato il nostro ospedale cittadino. Niente da fare. Mozione respinta! E anche a Senigallia ne sappiamo qualcosa – proseguono Palma e Martinangeli – Come gruppo consiliare, durante il consiglio comunale del 10 giugno scorso, avevamo indirizzato un’interrogazione al sindaco Mangialardi, anche nella sua qualità di massima autorità sanitaria cittadina nonché di presidente della conferenza dei sindaci che si era rapportato, nel merito della questione, con la Regione e l’Asur. Anche in questo caso, abbiamo ottenuto, dal sindaco un “non pervenuto” e dall’assessore delegato Girolametti solo una risposta evasiva e, a nostro avviso, del tutto insoddisfacente».
Nessuna redistribuzione più equa dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva. «La giunta Ceriscioli ha stabilito che Senigallia, che tanto ha fatto per aiutare la sanità pesarese andata in tilt sotto l’onda d’urto dei contagi, venga lasciata fuori dai giochi, ancora una volta. Il nostro ospedale – continuano le due consigliere del Movimento 5 Stelle – dispone al momento di soli quattro posti letto di terapia intensiva, collocati in una palazzina centenaria che necessita di urgenti e di importanti opere di messa a norma, ed è l’unico a non avere posti letto di semintensiva all’interno del dipartimento di emergenza e accettazione».
Da qui la volontà di segnalare ai piani alti la questione – e nello specifico la delibera di giunta regionale n.751 del 16 giugno 2020 – con cui si concentrano ulteriormente risorse e posti letto in alcune strutture ospedaliere e si finanzia nuovamente il covid hospital di Civitanova Marche, chiuso dopo soli 3 pazienti, la cui presa in carico, di fatto, è costata più di 15 milioni di euro.
«I soldi stanziati dal governo, con il D.L. 34, non possono e non devono servire per finanziare il covid hospital di Civitanova, né per realizzare opere importanti in ospedali che verranno chiusi per essere trasferiti altrove. Il sindaco Mangialardi, candidato governatore della Regione e il consigliere regionale Volpini, candidato sindaco di Senigallia, dove sono? L’ospedale di Senigallia deve avere un reparto di Anestesia e Rianimazione a norma e perfettamente funzionante, per garantire ai reparti chirurgici di poter operare. Senza Anestesia e Rianimazione non è possibile infatti l’attività chirurgica, e questo sembra essere un pretesto per dare il colpo di grazia a questo ospedale».