SENIGALLIA – Anche il Tribunale del Malato C.Urbani è perplesso circa l’organizzazione sanitaria per aree vaste che Regione e Asur stanno portando avanti. In particolare, dopo l’incontro tra il presidente Ceriscioli e i tre sindaci delle maggiori città della provincia di Ancona dove ancora c’è un ospedale (eccetto il capoluogo) – Senigallia, Jesi e Fabriano – c’è da sottolineare che nessun impegno è stato preso, se non quello di dialogare maggiormente e di procedere con un piano che penalizzera’ la spiaggia di velluto e la città della carta.
Ma dialogare tra chi? si chiedono i due rappresentanti del TdM locale Umberto Solazzi e Carlo Massacci. «C’è stata maretta ultimamente tra la Regione e i sindaci ma non solo, anche tra i sindaci stessi».
Le richieste dei sindaci Mangialardi, Bacci e Santarelli vanno nella direzione di “ragionare per Area vasta, accelerando il modello organizzativo che prevede un ospedale unico con tre unità operative complesse, senza sovrapposizione dei servizi e trasparente nelle finalità”. Ma «il presidente della giunta regionale – spiegano Solazzi e Massacci – non ha assunto alcun impegno, perché si rende conto che la richiesta è destinata a cadere da sola: la Legge Balduzzi, che nemmeno la ministra Grillo ha rimesso in discussione, prevede per il bacino di utenza per l’Area Vasta 2 un singolo ospedale con una unica unità operativa complessa per ogni specialità. Nessuno ha il coraggio di dirlo esplicitamente, ma è lampante dagli atti che per unico ospedale si intende quello localizzato a Jesi».
La Regione Marche, nell’applicare la Legge Balduzzi, ha tenuto conto dei confini delle Province e non delle densità demografiche né delle vie di comunicazione. Il modello di Area Vasta 2 sarebbe secondo il Tribunale del Malato sarebbe da rimettere in discussione, soprattutto per Senigallia, che dovrebbe integrarsi con una struttura distante 90 Km (Fabriano), quando ce ne sarebbe una a 15 (Ospedale Regionale di Torrette).
«Di questo varrebbe la pena discutere sia ora che nelle prossime campagne elettorali, superando barriere ideologiche e di appartenenza politica» concludono Umberto Solazzi e Carlo Massacci.