SENIGALLIA – Ben quattro abitazioni e due autovetture di pregio sono state sequestrate dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile che sono intervenuti nei confronti di un cittadino di Ostra. Il provvedimento è stato disposto dal Gip di Ancona relativamente alle indagini su una serie di reati per cui il 33enne di Ostra è stato portato in carcere nel gennaio scorso.
L’uomo è finito in manette perché ritenuto responsabile di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e sequestro di persona: reati commessi in concorso con altri due uomini, anche loro arrestati dai carabinieri e portati a Montacuto. I tre, questa è la tesi accusatoria, sono indagati per aver costituito una banda dedita a un’intensa attività di spaccio di hashish, marijuana e cocaina nella zona tra la provincia di Ancona e quella di Pesaro Urbino. Ma non si limitavano allo spaccio: secondo quanto ricostruito dai carabinieri che hanno ascoltato alcune delle vittime, i tre avrebbero anche commesso atti di tipo estorsivo e aggressioni.
Per farsi pagare dagli acquirenti il denaro dovuto per lo stupefacente, avrebbero creato un clima di terrore nei loro clienti, arrivando a minacciarli verbalmente e ad aggredirli fisicamente, fino a limitarne la libertà personale. Le vittime, quasi tutti giovani assuntori della zona, non avevano dunque denunciato nulla: tranne una persona che è riuscita a trovare il coraggio di chiamare i carabinieri. Da qui è partita l’indagine che ha portato i tre in carcere ad Ancona.
Nell’ambito degli accertamenti sulla situazione economica e patrimoniale dei tre, è emerso che il 33enne è proprietario di quattro immobili nel comune di Ostra, e di 2 autovetture, un’Audi e una Bmw, per un valore patrimoniale complessivo che si attesta sui 200 mila euro. Beni incompatibili con i redditi che il soggetto ha percepito negli ultimi anni e con lo status di disoccupato che ha segnalato ai militari.
Il sospetto è quindi che la provenienza dei soldi – con cui sono stati acquistati tali appartamenti e veicoli – sia illecita. Per questo motivo, su proposta dei carabinieri, il GIP di Ancona ha disposto con decreto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, di tutti quei beni di proprietà dell’indagato che si trova ancora in carcere.