OSTRA – Sono due le persone finite nei guai dopo gli accertamenti dei carabinieri su quanti percepiscono il reddito di cittadinanza. Persone che, non avendo mai avuto o mantenuto i requisiti obbligatori richiesti dalla normativa di riferimento, non potrebbero percepire quel sostegno economico stabilito per fronteggiare la grave crisi e per contrastare povertà ed emarginazione sociale. Le indagini sono partite dall’analisi dei nominativi di quanti fruiscono dell’incentivo statale, incrociando i dati con il tenore di vita e gli acquisti effettuati.
Il primo caso accertato dai militari ostrensi e comunicato poi alla Procura è quello relativo a una donna italiana, di mezza età, che ha acquistato un’automobile nuova, ma molto potente e costosa. La vettura da 30 mila euro e 1.900 di cilindrata, infatti, eccede sia il limite previsto per il patrimonio mobiliare (6 mila euro più altri incrementi per figli o disabilità), sia quello sulla vettura, che non deve essere superiore a 1.600 cc per le auto.
Da quanto riscontrato, dunque, l’acquisto della potente auto senza aver comunicato alle autorità alcuna variazione delle condizioni economiche o familiari, i carabinieri hanno fatto scattare la denuncia per la violazione delle norme contenute nel decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019, “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 26 del 28 marzo 2019.
Anche un altro cittadino, straniero da meno di dieci anni in Italia, è finito tra le maglie della rete di accertamenti. Rete disposta proprio per verificare la sussistenza dei requisiti per il reddito di cittadinanza da cui è emerso che il giovane, prima residente a Ostra e poi trasferitosi a Castelbellino (An), non era residente nel belpaese dal numero di anni necessario previsto dalla citata normativa. Anche per lui è scattata quindi la denuncia alla Procura che svolgerà ulteriori accertamenti e determinerà le conseguenze, che potrebbero andare dalla perdita del diritto a percepire il reddito di cittadinanza fino alla restituzione di quanto più o meno indebitamente ricevuto dallo Stato italiano.