OSTRA- Dopo 108 anni chiude la scuola rurale “Antonio Morganti”, gli studenti saranno trasferiti nella scuola “Giovanni Crocioni”. Nel 2011 il Comune di Ostra aveva partecipato ad un bando per ottenere finanziamenti da impiegare per l’adeguamento sismico delle scuole. Nel progetto era prevista la chiusura della scuola “Morganti” che altrimenti avrebbe necessitato di un restyling con tanto di adeguamento sismico e l’ampliamento della scuola “Crocioni” proprio per ospitare gli alunni della scuola rurale. Le classi prime erano già state trasferite un anno fa. Il sindaco Andrea Storoni ha già organizzato i trasferimenti, uno scuolabus di proprietà del Comune di Ostra arriverà a giorni, altri tre mezzi sono garantiti dall’azienda esterna che ha vinto l’appalto.
Con una lettera un cittadino di Ostra hanno voluto ripercorrere la storia delle scuole rurali della città.
“Come in ogni parte d’Italia, scrive Giancarlo Barchiesi, anche a Ostra troviamo le scuole rurali. Nella Montalboddo dell’Ottocento, tra le istituzioni rurali più antiche, c’è quella di una classe nell’appodiato di Vaccarile, per l’anno scolastico del 1866-67, seguita nei decenni successivi e sino alla fine degli anni Settanta del Novecento su tutto il territorio comunale da altre nove scuole rurali per un totale di dieci: Vaccarile, Pianello, Sant’Ubaldo, San Gregorio, San Giovanni, Montirano, Massa, San Martino, Collina e Casine. Le rurali erano pluriclassi miste tra maschi e femmine, differenti anche nei programmi perché dovevano tenere conto delle abitudini e delle necessità lavorative, delle famiglie degli alunni, basandosi su una opinione diffusa, che gli alunni di queste avevano minore intelligenza e predisposizione all’apprendimento. La prima scuola del Vaccarile, era ubicata nei locali parrocchiali, appena tre anni dopo la sua istituzione rischiò la chiusura perché secondo una verifica fatta, risultò tutt’altro che positiva.
Aperta a malapena sei mesi dell’anno scolastico, venne salvata in extremis dal sig. Augusto Matteucci che per scongiurare la chiusura, presentò un elenco di trenta iscritti per l’anno 1870-71 su cinquanta fanciulli in età scolare, ma si dimostrò che quattordici di loro avevano già compiuto dodici anni, quindi non potevano essere accolti, undici avevano fatto registrare dalle 25 alle 119 assenze e i rimanenti frequentavano saltuariamente. Dopo il Vaccarile si decise con non poche difficoltà di istituire un’altra scuola mista per l’anno scolastico 1876/77 a Pianello che potesse soddisfare anche le esigenze di Casine. Questi sono anni difficili per le scuole rurali: mancano le coperture finanziarie, gli insegnanti e le sedi scolastiche si intervallavano in base alle aspettative di reperire locali più o meno idonei, sempre in affitto, che potessero contemplare le esigenze di una più vasta popolazione scolastica che da Pianello si allargava a Casine e San Gregorio.
Alla fine dell’Ottocento la svolta, l’edificazione del primo edificio scolastico a Pianello, nell’area di via San Girolamo con l’inizio delle lezioni nell’ottobre 1900. Nel 1901 gli iscritti furono 101 e il direttore didattico segnalò al sindaco che, oltre al mancato rispetto delle norme, di fatto una sola insegnante con un numero così grande di alunni “non può ottenere efficaci risultati”. Il vero problema però, esplose nell’ottobre del 1906, quando gli iscritti arrivarono a 167. Apparve quindi evidente che la stessa insegnante non poteva continuare a far scuola a tutti, sia pure in orari diversi, e diventò quindi indispensabile provvedere sia ad un altro locale che ad un’altra insegnante. Finalmente, nel dicembre del 1906, nell’impossibilità di ogni ulteriore rinvio, il Consiglio deliberò l’istituzione di una nuova scuola in contrada Fornace-Casine, in un locale in affitto. Ciò nonostante nella scuola di Pianello restarono 91 alunni, dei quali, come segnala l’insegnante, 82 frequentavano regolarmente e per questo chiese l’aumento di 2/5 dello stipendio che ammontava allora a 1.000 lire. Nel 1909 erano funzionanti sette scuole rurali: Casine-Fornace, Pianello, Vaccarile, San Gregorio, San Bonaventura, San Giovanni e San Gregorio del Vento poi detta di Sant’Ubaldo. Le costruzioni degli edifici si svolsero in periodo di guerra, che fece rallentare la loro esecuzione con l’aumento costante dei prezzi, dei materiali e della manodopera. Rimasero in sospeso gli appalti di altri cinque edifici scolastici: Vaccarile, Massa, San Martino, Casine e Sinichella. Ripresero solo nel 1920, per le scuole di Casine e Vaccarile. Giunti in epoca fascista si completò l’edificazione e/o l’allargamento di tutte le scuole. Nel 1970 si decide la soppressione di 7 plessi scolastici dislocati nelle campagne e l’eliminazione delle pluriclassi».