SENIGALLIA – A palazzo Gherardi si potrebbe realizzare un polo multifunzionale rivolto al turismo giovanile, alla fotografia e adibito a museo della città. La proposta arriva da Diritti al Futuro, il movimento di sinistra ecologista che sostiene la giunta Mangialardi. Ma anche dal fuoriuscito del Pd Gennaro Campanile, ora candidato per Amo Senigallia, arriva una proposta per l’edificio che si affaccia sul fiume Misa: quella di realizzarvi una sede universitaria. E quindi potrebbe in qualche modo essere più conforme alle volontà del conte Gherardi che lasciò lo storico palazzo al comune di Senigallia, con l’intento di farvi una scuola di formazione professionale per i giovani.
Nei mesi scorsi il responsabile dell’associazione La Rosa del Contino Gaspare Battistuzzo Cremonini, che si prefigge di salvaguardare il palazzo dalle speculazioni e di indirizzare la sua riqualificazione verso le ultime volontà di Gherardi, era intervenuto sulla questione, annosa per la verità, date le dimensioni del palazzo, un tempo sede dell’ex liceo classico e prima ancora storico albergo. Proprio in questi giorni si torna a discutere del futuro dell’edificio che versa in uno stato di degrado e abbandono che complica la situazione.
Diritti al Futuro vi vede bene un polo multifunzionale che potrebbe divenire un ostello della gioventù, un museo della città e museo della fotografia. Il problema è che l’ampio palazzo che si affaccia sul fiume e sul corso principale di Senigallia, non può essere parcellizzato in appartamentini, come ebbe a dire nel gennaio 2007 il prof. Lanfranco Bertolini, già assessore comunale all’urbanistica, ma ha bisogno di restare un «edificio ad alto interesse civico e di promozione pubblica». Quindi turismo giovanile e museo fotografico, magari intitolato a Giacomelli come propose tempo fa l’ex senatrice Amati.
Di fatto si potrebbe realizzare nel palazzo un museo della città secondo Diritti al Futuro: «non mancherebbero infatti superfici per la raccolta e l’esposizione dei beni culturali della città in uno spazio museale, per il gabinetto scientifico e la biblioteca storica del liceo Perticari, per piccole sale per incontri, nonché per laboratori creativi, spazi di coworking e simili, interagenti con un museo vitale e proattivo».
Anche la posizione gioverebbe a questa molteplice funzione, rivolte soprattutto ai giovani, come un ostello-museo: si trova in un luogo centralissimo di Senigallia, in prossimità del mare, della stazione ferroviaria, della ciclovia adriatica e di tutti gli altri principali servizi pubblici e privati, in piena compatibilità con le attività commerciali già esistenti al piano terra. Ciò permetterebbe anche di preservarne la sostenibilità economica, senza gravare sul bilancio comunale, e culturale: «questa ipotesi sarebbe rispettosa del lascito testamentario di Adolfo Gherardi» concludono da Diritti al futuro.
«Palazzo Gherardi sede universitaria e di attività di eccellenza per i giovani. Il palazzo è un lascito alla cittadinanza a beneficio dell’educazione e formazione dei giovani – spiega Gennaro Campanile, candidato a sindaco e avversario ora del Pd in cui ha militato per anni – e che cosa c’è di meglio di una sede universitaria distaccata?»
Dato che prima ospitava la sede del liceo classico Perticari, una sede universitaria distaccata rappresenterebbe la continuazione logica del percorso educativo dei giovani alzando l’asticella verso un livello maggiore di qualità e di proposta formativa, inserendosi anche in un contesto culturale esistente (biblioteca, emeroteca, informagiovani, museo della fotografia) che permetterebbe di completare il disegno della “cittadella dei saperi”.
Oltre ai vantaggi economici continui tutto l’anno (come gli affitti grazie alla presenza di giovani anche durante il periodo invernale), si «rafforzerebbe l’immagine culturale ed internazionale della nostra città, darebbe una continuità culturale a proposte che oggi sono concentrate solo in alcuni periodi, facendo risplendere Senigallia tutto l’anno. Aggiungerebbe eccellenza alle altre eccellenze già presenti costituendo tutte insieme quella che può essere chiamata “l’economia della bellezza, dell’innovazione e della creatività” su cui dobbiamo puntare essendo già presenti gli ingredienti principali», conclude Gennaro Campanile di Amo Senigallia.