SENIGALLIA – Ancora pochi ristori per le rsa marchigiane. Dopo due anni di pandemia con costi lievitati oltremodo e dopo le denunce e le grida di aiuto rivolte alla politica regionale, ancora un nulla di fatto. Nell’assestamento di bilancio regionale approvato ieri, 30 novembre, dal consiglio delle Marche, sono poche le risorse stanziate alle Rsa dalla giunta Acquaroli.
A prendere posizione è nuovamente Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia. Proprio dalla spiaggia di velluto e in particolare dalla fondazione Opera Pia Mastai Ferretti, il suo presidente Mario Vichi aveva, a nome di oltre 160 realtà socio assistenziali marchigiane, alzato la voce contro “l’indifferenza” della giunta regionale. Il nodo è la questione economica: le Marche sovvenzionano i posti letto convenzionati delle strutture private con meno risorse rispetto alle strutture pubbliche gestite dall’Asur. Un po’ la stessa questione delle scuole pubbliche che hanno più finanziamenti di quelle private.
Il consigliere regionale e capogruppo dem esterna la propria preoccupazione per le poche risorse stanziate nell’assestamento di bilancio. «Anche per le Residenze assistenziali sanitarie di Senigallia e delle valli del Misa e del Nevola rischia di aprirsi una fase di profonda crisi. La giunta Acquaroli poteva smentire l’indifferenza che tutti gli enti gestori delle Rsa lamentano da mesi e che appena pochi giorni fa il presidente dell’ Mario Vichi era tornato a denunciare con forza. Invece abbiamo ricevuto la conferma che a Palazzo Raffaello trovano risorse per tutto, perfino per finanziare una legge sul Saltarello, ma non per chi in questi quasi due anni di pandemia si è prodigato oltre le proprie possibilità per dare continuità all’assistenza socio sanitaria ad anziani, disabili, minori, persone con problemi di salute mentale e dipendenze patologiche».
I nodi per queste strutture duramente colpite dalla pandemia sono diversi: da un lato infatti hanno visto lievitare esponenzialmente i costi di gestione; dall’altro la crisi sanitaria ha impedito l’accoglienza di nuove persone. Una situazione di minori entrate e maggiori uscite economiche che sta determinando il rischio – ma ormai è molto di più – di dover dichiarare fallimenti su fallimenti, e di dover “restituire” alla sanità pubblica la gestione di migliaia di persone in tutte le Marche.
«Di fronte a emendamenti che individuavano puntualmente dove prendere e ricollocare le risorse necessarie a ristorare i maggiori oneri dovuti al Covid per tutto il 2020 e parte del 2021, complessivamente oltre 7,6 milioni di euro – spiega ancora Mangialardi – dapprima la destra li ha bocciati senza quasi neppure discuterli, e poi ne ha approvato uno proprio che non copre neanche il 40% dei costi sostenuti nel 2020, lasciando intatto il rischio di perdere sotto il peso dei debiti oltre un terzo delle strutture autorizzate con possibili drammatiche ricadute anche sul piano occupazionale. Senza contare, poi, che le strutture che riusciranno a superare l’attuale crisi saranno forse costrette a farlo ricorrendo anche a un inevitabile aumento delle rette a carico delle famiglie degli ospiti, che potrebbero crescere fino a 8 euro al giorno».
Contro il rischio di aumenti delle rette per le famiglie degli utenti e degli ospiti delle Rsa, i dem promettono ulteriore battaglia in aula. A dicembre c’è l’approvazione del bilancio: «Continueremo a farci carico della questione. E non solo per impegnare la Regione Marche a erogare dei contributi straordinari in merito alle annualità 2021 e 2022, ma anche e soprattutto per adeguare il contributo regionale giornaliero agli enti gestori all’indice di rivalutazione Istat relativo all’assegno di mantenimento portandolo almeno alla cifra di 45 euro al giorno per ogni posto Rsa convenzionato».