SENIGALLIA – Una bella giornata di sport e di sensibilizzazione verso la ricerca grazie alla III edizione di “Storie di Scherma”, il tradizionale appuntamento con i personaggi che hanno fatto grande la scherma italiana nel mondo.
Ospite d’onore, nel suggestivo scenario della Rotonda a mare, Paolo Pizzo, Campione del Mondo 2017 di Spada, che ha raccontato innanzi alla numerosa platea la propria storia: la battaglia contro il male che lo ha colpito a soli 14 anni, il rapporto con la famiglia e i tanti successi.
Oltre al pluricampione catanese, protagonisti indiscussi di questa giornata i tanti ragazzi del Club Scherma di Montignano.
Charity Partner dell’evento l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, rappresentato da alcuni esponenti del Comitato Marche.
Gentile e disponibile, Paolo Pizzo si è fermato a scambiare qualche battuta con noi di Centro Pagina, mentre tanti piccoli appassionati della scherma erano alla ricerca di una foto ricordo o di un autografo.
Paolo, quali sono le sensazioni in questa giornata così speciale per la scherma marchigiana?
«Che dire. sono nella culla di questa disciplina, ho sempre sentito parlare di Jesi, della sua scuola, dei suoi atleti e di tutto un territorio che sente la scherma molto vicina alla propria tradizione sportiva. Amo il fioretto e la sciabola, la mia disciplina è la spada, ma al di là di tutto posso dire di giocare in casa oggi».
Una giornata all’insegna dei campioni di domani…
«Si, oggi ho avuto modo di confrontarmi con loro in palestra scambiando qualche stoccata, e di parlare con tanti ragazzi del posto, è sempre bello ed utile. Mi capita spesso di incontrare i giovani ed ovunque vada cerco sempre di portarmi qualcosa dentro, qualcosa che lasci il segno e questa giornata me la porterò nel cuore».
Ma cosa dice un campione del suo calibro ad un ragazzo in cerca di consigli?
«Ho avuto un percorso fatto di vittorie, ma anche di tante sconfitte, posso dirgli di non mollare mai; chi pratica scherma è molto fortunato, è uno sport senza maschere, in pedana sei da solo e praticarlo è un grande privilegio».