SENIGALLIA – È un vero e proprio tifone di critiche quello che si è abbattuto sull’amministrazione comunale per la decisione di interrompere il rapporto esistente con la cooperativa sociale che si occupa di due parcheggi a fianco agli uffici comunali. Critiche dovute al fatto che alla realtà, che impiega soggetti svantaggiati e disabili, sono stati lasciati solo sette giorni per lasciare libere le aree di sosta di viale Leopardi dove operava da decenni, seppur attualmente con un contratto scaduto nel 2019. Vento alimentato anche dall’ex sindaco Mangialardi, dalle sigle sindacali regionali Cgil, Cisl e Uil e dal gruppo senigalliese di Potere al Popolo.
La scelta di revocare il rapporto che c’era da decenni tra l’amministrazione senigalliese – nel frattempo passata al centrodestra – e la cooperativa sociale Pro.Ge.I.L. nasce dal fatto che il contratto è scaduto dal 2019. La giunta Olivetti ha sottolineato la volontà di gestire direttamente le due aree di sosta tramite parcometri e dipendenti comunali. Al contempo ha promesso di voler riassorbire coloro che saranno licenziati. Ma la promessa non le ha fatto risparmiare critiche su critiche.
Oltre alle dichiarazioni del Pd cittadino e del capogruppo Dario Romano, di Diritti al Futuro, di Luigi Rebecchini (unica voce fuori coro nella maggioranza) e alle rimostranze della stessa cooperativa tramite il rappresentante Franco Bari si è aggiunto ora l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi. «Mi assumo politicamente la responsabilità di aver perseguito in tutti i miei dieci anni di mandato una visione sociale capace di rendere Senigallia una comunità realmente inclusiva, in cui nessuno fosse lasciato indietro e, in particolare, dove venisse data dignità e prospettiva alle persone più fragili e svantaggiate. L’affidamento della gestione dei parcheggi nei pressi della ex Gil alla cooperativa sociale Progeil rientrava a pieno titolo in questa idea di società». Secondo l’oggi capogruppo Pd in consiglio regionale, il comportamento della giunta Olivetti non sorprende. Ma «abbiano il coraggio – esorta – di rivendicare le loro decisioni o si vergognino in silenzio. Continuare a prendere in giro quelle persone che a causa delle loro scelte patiranno ulteriori sofferenze e l’umiliazione della perdita del lavoro è semplicemente crudele. Non esiste infatti alcuna possibilità, come vorrebbe farci intendere l’Amministrazione, di ricollocare i lavoratori con disabilità che operavano nei parcheggi, se non attraverso un bando o concorso pubblico». Avrebbero potuto rinnovare la convenzione scaduta, spiega ancora il dem Mangialardi, magari rimodulandone i contenuti ma garantendo l’occupazione. «Invece no, con un’insensibilità mai vista e in netto contrasto con la cultura solidale e democratica dei senigalliesi, Olivetti e i suoi hanno preferito, come è tipico della destra, far pagare ai più deboli l’ennesimo atto di populismo».
Duri i commenti anche da Potere al Popolo: il gruppo di Senigallia, che si era presentato alle scorse elezioni amministrative, condanna le modalità con cui si è svolta la vicenda: dal preavviso di soli sette giorni al mancato confronto in questi anni. La richiesta di PaP è di «procedere quanto prima con l’internalizzazione dei dipendenti, come nel caso delle mobilitazioni LSU e INPS, tramite procedure che hanno assicurato la messa a valore del lavoro svolto fino a quel momento e la tutela delle condizioni di disabilità e invalidità». Che, in questo contesto, rischiano di divenire ancora di più causa di marginalizzazione e isolamento dei soggetti più fragili.
Anche le sigle sindacali esprimono preoccupazione per la scelta dell’amministrazione comunale di gestire direttamente alcuni servizi. Prima era avvenuto per la manutenzione del verde pubblico, in attesa della nuova gara: «è stata disattesa – spiegano Cgil, Cisl e Uil di Ancona – la ricollocazione dei lavoratori tramite la clausola sociale; e ora si assiste alla perdita del posto di lavoro per sei disabili, impiegati nei parcheggi» di viale Leopardi. I sindacati ritengono fondamentale un’attenzione per le realtà che impiegano soggetti svantaggiati, «rendendoli autonomi nella gestione delle loro vite». Da qui la richiesta di «ricollocare i lavoratori» impiegati in questi anni; inoltre le tre sigle «sollecitano un confronto immediato con il Comune sulle risorse del bilancio destinate alle cooperative sociali e la sottoscrizione di un protocollo d’ intesa sugli appalti che garantisca il confronto preventivo alla scadenza degli appalti a tutela dei lavoratori».