SENIGALLIA – Bocciata praticamente all’unanimità la proposta di intitolare una via a Giorgio Almirante. La mozione, presentata durante il consiglio comunale di martedì 29 ottobre da Davide Da Ros, da poco passato a Fratelli d’Italia, ha suscitato la forte reazione di tutta la maggioranza di centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, indignando gli componenti consiliari alle parole «partigiani vigliacchi». Ma andiamo per ordine.
«I tempi sono maturi – ha detto Da Ros, leggendo il testo circa “l’intitolazione di una via o di una piazza, oppure di un’area verde, di una sala o di un edificio, ovvero di uno spazio pubblico, agli onorevoli Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer” – per omaggiare questi due grandi politici, due eccezionali figure istituzionali e politiche della Repubblica Italiana». Un appello dunque a superare la fase di antagonismo che ha sempre caratterizzato il dibattito politico.
L’artificio di unire il nome di Enrico Berlinguer, segretario generale del Partito Comunista Italiano, a quello di Giorgio Almirante, segretario del Movimento Sociale Italiano, non è andato giù agli esponenti del Pd. «Non so se Da Ros sia un provocatore o se ci voglia prendere in giro – esordisce Mauro Pierfederici – ma vorrei ricordargli che Almirante è stato condannato per collaborazionismo con l’esercito nazista e per il reato di apologia del fascismo. Non possiamo mettere sullo stesso piano chi ha combattuto per la libertà e chi invece ha imprigionato e torturato o approvato che si facesse ciò. Ogni anno celebriamo il 25 aprile e il 4 agosto le date della Liberazione e ricordiamo i caduti, tra cui anche bambini piccoli, per mano dei nazisti e dei fascisti. Era meglio non presentare un atto simile. Finché qualcuno avrà memoria di ciò che è successo, finché si conoscerà la storia, queste mozioni non passeranno».
Anche Elisabetta Palma (Movimento 5 Stelle) ha voluto ricordare alcuni tratti storici di Almirante: fu cronista e caporedattore prima del quotidianoIl Tevere, poi tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della razza e dal 1938 al 1942 fu segretario del comitato di redazione della rivista La difesa della razza. Palma ha anche ricordato che sulla Strage di Peteano, il terrorista Vincenzo Vinciguerra indicò nel 1982 in Almirante uno dei finanziatori con 35.000 dollari. «Io penso che nemmeno un filo d’erba possa essergli intitolato».
Messo un po’ alle strette, Da Ros ha ammesso che «certamente nell’epoca fascista sono stati commessi alcuni errori, ma come mai non si parla mai dei partigiani? Persone vigliacche che trucidavano bambini. Forse le morti del comunismo non sono nemmeno paragonabili alle vittime del nazifascismo».
Parole dure che hanno scatenato la reazione di altri consiglieri di maggioranza. Mauro Bedini (Vivi Senigallia) si è alzato in segno di protesta; Luca Santarelli (Pd) ha ricordato che anche nelle nostre zone ci sono stati episodi sanguinari, come l’Eccidio di Monte Sant’Angelo, ad Arcevia, in cui perse due parenti. «Vada in quei posti, mangi qualcosa e poi parli con gli anziani. Si informi, Da Ros, prima di parlare».
Accesa anche la reazione di Simeone Sardella (Pd): «Questa mozione è oscena: è proprio grazie ai partigiani che viviamo in un mondo libero, è grazie ai partigiani che lei ha il diritto di parola e persino di voto».
Più contenuto l’intervento dell’assessore Ilaria Ramazzotti (Pd), la quale ha fatto notare che «su 226 strade senigalliesi, ben 218 sono intitolate a uomini e solo 8 a donne. Nella toponomastica siamo sotto la media nazionale, dovremmo cercare di non ampliare questo gap».
La mozione è stata bocciata: su 15 presenti, ha votato a favore solo Da Ros, letteralmente inondato di appelli a ripassare la storia.