Senigallia

Passione, tenacia e intensità, le carte vincenti di Mauro Guenci

Il pluricampione senigalliese di pattinaggio continua a stupire e a vincere in giro per l’Europa; con un palmarès straordinario potrebbe anche appendere i pattini al chiodo, ma Mauro non ci pensa proprio

Mauro Guenci

SENIGALLIA – Mauro Guenci non smette di stupire e a 51 anni ha ancora tanta voglia di vincere.

L’ultima impresa del pattinatore senigalliese è avvenuta al trofeo internazionale “Roller Marathon” di Castelleon, a 65 km da Valencia, nella categoria Master. Tanti impegni e ancora tanti obiettivi per Mauro che a CentroPagina racconta questa seconda giovinezza sportiva.

Mauro, ci racconti quali emozioni ha provato dopo aver tagliato il traguardo in Spagna…
«Una gran bella emozione non c’è che dire, tuttavia mi ha stupito non poco il fatto che gli altri atleti abbiano deciso di impostare la gara su di me, non nascondo che la cosa mi ha inorgoglito, nel corso della competizione ho dovuto far partire la volata anticipandola di circa 1 km».

Quali sono i suoi prossimi appuntamenti?
«Questa gara ha chiuso la stagione, stiamo però lavorando sul Tour d’Europa in pattini, un’altra avventura che mi stimola tantissimo, ma c’è anche tanto altro. Onestamente mi piacerebbe fare un tuffo nel passato con una delle grandi classiche di questa disciplina, partecipare ad un altro Mondiale sarebbe davvero speciale e poi non dimentichiamo i ragazzi della scuola di pattinaggio che seguo con passione ormai da anni».

Per mantenere un ritmo così sostenuto gli allenamenti sono cruciali, come ha cambiato le sue abitudini e il suo modo di allenarsi con il passare degli anni?
«Se 20 anni fa avessi avuto il bagaglio personale che ho oggi, chissà cosa sarebbe accaduto; scherzi a parte il lavoro duro è alla base di qualunque disciplina ad ogni età, ma la metodologia è cambiata. Magari un tempo un allenamento era molto più lungo, oggi  siamo sui 40-50 km a sessione, posso dire che rispetto alla quantità, attualmente lavoro molto di più sulla qualità e sull’intensità, senza dimenticare mai la tecnica».

A proposito di motivazioni, oltre alla passione cosa la spinge a continuare a gareggiare con un palmarès ricco e prestigioso come il suo?
«Avevo provato ad allontanarmi dalle gare per concentrarmi sul ruolo di tecnico-istruttore, ma dopo qualche tempo ho capito che qualcosa mi mancava; mettermi alla prova è insito in me, è tanta la voglia di migliorare ogni volta sempre di più. Certamente la passione ha un ruolo determinante , se si lavora senza passione difficilmente arrivano i risultati, questo vale per tutti gli ambiti. Infine lo sport è una medicina meravigliosa sia a livello mentale sia a livello fisico, personalmente mi ha dato tantissimo».

Infine come è nata questa passione per il pattinaggio?
«Mia madre mi raccontò che a 4 anni avevo già i pattini, in realtà ricordo di essermi applicato anche in altri sport, a calcio per esempio ero bravino, ma ne ho praticati tanti altri; con il passare del tempo ho affinato questa disciplina informandomi, studiando e collaborando attivamente alla realizzazione dell’impianto delle Saline. Un lavoro costante insomma, seguire poi i ragazzi della squadra mi gratifica enormemente».