SENIGALLIA – La Lega traccia un bilancio del piano particolareggiato per il centro storico di Senigallia a dieci anni dalla sua approvazione. Un primo dato da sottolineare è che la crescita demografica in centro, annunciata dall’amministrazione comunale, è dovuta secondo il carroccio all’inclusione di alcune strade non assimilabili a quelle della città antica, di fatto alterando le misurazioni. Un dato difficile da dimostrare anche perché molti residenti in centro, in realtà, vivono per la maggior parte dell’anno fuori comune.
«La sensazione per chi vive e lavora a Senigallia – scrivono i referenti leghisti – è che la popolazione del centro storico, quello compreso all’interno delle vecchie mura, sia diminuita anche attraverso un graduale e continuo fenomeno di sostituzione degli abitanti originari con persone dotate di redditi relativamente elevati e costituiti da famiglie molto piccole, spesso di una o due persone».
A ciò si aggiungono gli effetti di una crisi economica che investe più settori: molti i negozi chiusi, molti i cartelli affittasi, molte attività vengono sostituite da imprese sempre più precarie e a tempo “determinato”. Una crescita – seppur limitata – viene registrata nei settori della ristorazione e caffetteria, oltre a locali legati all’intrattenimento serale e notturno che spesso sono concentrati in alcune aree che possono essere definite come “aree della movida”.
Il secondo problema sottolineato dal carroccio è quello legato appunto ai problemi che la movida spesso porta con sé: alcol e droga, atti di vandalismo, microcriminalità anche giovanile. Un trend che contrasta duramente con i propositi del piano particolareggiato per il centro storico di Senigallia perché praticamente senza regole, con le forze di polizia impegnate in costanti servizi per la salvaguardia dell’ordine pubblico.
«La Lega pensa che sia arrivato il momento per l’amministrazione comunale di garantire ai propri cittadini ed ai turisti la possibilità di frequentare il centro storico in maniera sicura senza temere per le manifestazioni di bullismo giovanile o per l’attività dei pusher». Nonostante la competenza statale, la Lega suggerisce di utilizzare di più e meglio gli strumenti in capo ai comuni per garantire la sicurezza urbana attraverso la Polizia locale, ma anche per contrastare fenomeni di devianza che seppur non pericolosi danno una brutta immagine della città in chiave turistica.26