SENIGALLIA – L’amministrazione comunale non solo è poco attenta alla questione delle piante secche lungo le strade locali, ma è anche sorda nei confronti dei cittadini che la sollecitano, persino con diffide. È la lamentela che sollevano due senigalliesi, Giuseppe Omenetti e Gianluigi Mazzufferi, i quali sono già intervenuti sul tema per sensibilizzare gli amministratori pubblici a sburocratizzare le norme che disciplinano la materia relativa alle piante protette.
La questione è che i confinanti delle strade comunali o comunque i proprietari di terreni su cui sorgono piante secche o pericolanti devono, prima dell’abbattimento produrre una serie di moduli e certificazioni «tali da dissuadere gli obbligati dagli interventi necessari». Da qui le numerose richieste e sollecitazioni che fin dalla fine del 2021 sono state avanzate al Comune di Senigallia per chiedere di semplificare le procedure di abbattimento delle piante protette per far sì che venissero fatti gli interventi. Insomma, per non spaventare i soggetti competenti.
Lo scopo è molteplice: da un lato salvaguardare beni e persone che circolano lungo le strade comunali in cui si notano tantissime piante per la quasi totalità olmi colpiti dalla “grafiosi”, una malattia endemica aggravata dalla siccità degli ultimi anni, che li rende secchi e particolarmente a rischio di crolli; dall’altro c’è quello di evitare che il contagio si propaghi dalle piante malate a quelle sane, tutelando quindi anche l’ambiente. Infine c’è l’ulteriore aspetto estetico, quello cioè di mantenere il paesaggio il più decoroso possibile, senza vedere ovunque piante secche e moribonde.
I due senigalliesi sostengono però di non aver trovato nell’amministrazione comunale un alleato ma anzi, un interlocutore «rimasto indifferente nonostante le sollecitazioni con lettere, diffide circostanziate e comunicati pubblici». Il passo successivo è stato quello di interessare della questione anche l’assessore regionale all’ambiente, «ma anche questa autorità rimaneva sorda alle nostre raccomandazioni, nonostante che nel frattempo, in occasione di forti venti, numerose strade siano rimaste chiuse per giorni, causa la caduta di alberi sulle carreggiate, senza considerare i rischi di danni fisici, di cui per fortuna non si ha notizia, e le spese di sgombero occorse».
Chi ha provato a fare un passo in avanti è stata la Provincia di Macerata: «Pur non soddisfacendo le nostre richieste, di competenza comunale, ha emanato un avviso che persegue lo stesso scopo della sicurezza stradale che anche noi perseguiamo, favorendone la riduzione degli oneri burocratici gravanti sui confinanti delle strade per l’abbattimento delle piante».
Una soluzione snella e veloce potrebbe essere quella, continuano i due senigalliesi, di inviare tramite il servizio di messaggistica WhatsApp la comunicazione dell’abbattimento della pianta, con la foto, la specificazione della specie e la sua ubicazione, con l’intesa che, in difetto di interlocutoria, entro 3 giorni si procederà all’intervento, il cui costo, nella maggior parte dei casi, insiste sulle spalle di frontisti e privati. A loro andrebbe quantomeno agevolato il lavoro, concludono i due.