SENIGALLIA – Sui conti in profondo rosso della fondazione Città di Senigallia interviene nuovamente Gennaro Campanile che ipotizza persino il peggiore degli scenari possibili: il fallimento. Dopo essere intervenuto nell’ultimo consiglio comunale durante la relazione del presidente Corrado Canafoglia, il consigliere di Amo Senigallia chiede non solo che ci siano ulteriori approfondimenti giudicati ormai necessari, ma che l’assemblea cittadina venga tenuta informata, anche sull’annoso progetto urbanistico degli “orti del vescovo”.
Secondo Campanile, il presidente della fondazione Città di Senigallia ha presentato un «report particolarmente severo» nei confronti della precedente gestione Guzzonato. Tra i punti critici: l’assenza di un controllo di gestione dell’attività dell’Ente; la tenuta delle scritture sociali e contabili; l’assenza di qualsiasi forma di controllo interno ed esterno; la trasparenza amministrativa. Canafoglia delinea dunque «una gestione che sembrerebbe essere stata superficiale ed raffazzonata che chiama pesantemente in causa gli amministratori degli ultimi dieci anni e che meriterebbe un contraddittorio» che non c’è stato e che non è stato nemmeno previsto.
Campanile sottolinea anche alcune lacune nella relazione: è citata l’altisonante cifra di 4,695 milioni di euro di perdite, ma non è spiegato che porzione rappresentano dell’intero patrimonio della fondazione Città di Senigallia, lasciando quindi i consiglieri comunali senigalliesi senza dati precisi.
Ma soprattutto, sull’ente pende la spada di Damocle di un contenzioso con società Autostrade: la Cassazione dovrà esprimersi sulla restituzione o meno di circa 12 milioni di euro di rimborsi ricevuti grazie a una sentenza di primo grado, non confermata però in Appello. Spese come l’acquisto del Musinf (oltre 1,3 milioni di euro) e le perdite accumulate negli ultimi anni pongono in serio rischio la tenuta della fondazione Città di Senigallia che, se dovesse soccombere in giudizio, si troverà a dover restituire oltre tre milioni in aggiunta ai nove già accantonati.
«Che fare? Probabilmente occorrerà dismettere la parte di patrimonio non strettamente necessaria (Musinf, terreni, appartamenti, rustici). Il valore di mercato sarà sufficiente? In caso negativo occorrerà indebitarsi. Considerando che la gestione è in forte perdita chi sarà disponibile a prestare i soldi mancanti quando è probabile che i debiti aumenteranno per effetto della perdita di gestione? Non sono certamente le piccole (ma giustissime) economie indicate da Canafoglia a risolvere la questione. Occorrerà di più, molto di più. La fondazione si ritroverà ad avere un consistente patrimonio immobilizzato ma necessario e al tempo stesso non riuscire a pagare i dipendenti/fornitori e allora sì che potrebbe saltare tutto. Ha ragione quindi il presidente Canafoglia nel concludere il report scrivendo che “nel suo complesso (la situazione) si presenta meritevole di ulteriori approfondimenti”. Più che “meritevole” Amo Senigallia ritiene che sia “necessaria” perché le cifre in ballo sono grosse, il futuro tutt’altro che roseo, il piano di risanamento complesso e non basato solo sui risparmi».
Il rappresentante di Amo Senigallia si augura che i documenti – come il conto economico e lo stato patrimoniale – siano trasmessi in commissione e poi in consiglio per essere discussi, una volta terminati gli accertamenti e redatto il bilancio consuntivo e preventivo. «Se l’intera cittadinanza è chiamata a raccolta, occorre mettere la cittadinanza in condizioni di conoscere come stanno le cose, dati alla mano, senza dimenticare che il ruolo del CdA di un ente è quello di fornire soluzioni ai problemi e proporre anche “prospettive”».
Campanile si chiede anche quale sarà il futuro del progetto urbanistico degli “Orti del Vescovo”. I dubbi circa la fattibilità economica, la validità architettonica e circa i garage interrati in un’area esondabile dovrebbero spingere l’attuale cda della fondazione Città di Senigallia a essere ancora più trasparente su chi farà, come e quando le valutazioni citate. Altra domanda di Campanile: se la Cassazione dovesse confermare l’entità del risarcimenti costringendo la fondazione alla restituzione dei 12 milioni di euro ad Autostrade, dove troverà i soldi per finanziare il progetto?.