Senigallia

Piscina assegnata senza bando, Maurizio Mangialardi a processo per l’impianto Saline

L’ex sindaco di Senigallia è stato rinviato a giudizio oggi dalla gup Francesca De Palma. Assolti tre ex assessori, prescritto il reato per una ex presidente territoriale Uisp

ANCONA – Andrà a processo per l’inchiesta Saline l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi che oggi ricopre il ruolo di capogruppo Pd in consiglio regionale. A rinviarlo a giudizio è stata oggi la gup Francesca De Palma, durante l’udienza preliminare per la vicenda della piscina comunale di Senigallia, l’impianto sportivo assegnato senza un bando pubblico.

Per Mangialardi il processo si aprirà davanti al collegio il 2 marzo 2023. Contestati i reati di abuso d’ufficio e violenza privata. Nell’udienza preliminare erano in discussioni gli abbreviati, chiesto da quattro dei nove imputati, e l’eventuale rinvio a giudizio per gli altri che non hanno chiesto di procedere con riti alternativi (tra questi l’ex sindaco). Nell’udienza odierna la stessa giudice ha assolto tre ex assessori della Giunta Mangialardi (Campanile, Bomprezzi, Monachesi) perché il fatto non costituisce reato, relativamente ad un abuso d’ufficio per una delibera del 2015 (quella che assegnava l’impianto in via diretta, senza bando pubblico). Due ex assessori (Campanile e Monachesi) sono stati assolti anche per un abuso di ufficio relativo alla delibera di giunta 2017, perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Non doversi procedere per Nadia Rotatori, ex presidente territoriale del comitato Uisp, perché il reato (truffa aggravata) si è estinto per prescrizione.

Oltre a Mangialardi sono stati rinviati a giudizio anche Maurizio Memè (ex vicesindaco), Simonetta Bucari (ex assessore alla cultura), Massimo Tesei (ex presidente territoriale comitato Uisp) e Giorgio Gregorini (anche lui in carica di presidente territoriale comitato Uisp). Sono i 4 che insieme a Mangialardi non avevano optato per gli abbreviati. Contestati i reati di abuso di ufficio e truffa aggravata.

Sentenza di non luogo a procedere per Mangialardi per l’abuso di ufficio relativo alla delibera di Giunta del 2017 perché il fatto non è più punito dalla legge come reato.