Senigallia

Piscina Saline, chiuso il processo anche per Mangialardi, Memè e Bucari

Sentenza di non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione secondo il tribunale dorico nei confronti dell'ex sindaco e dei due ex assessori. «Fango da chi ha fatto l'esposto, chiedano scusa»

SENIGALLIA – Si conclude con un “non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione” il procedimento penale sulla vicenda della piscina Saline in cui erano coinvolti l’ex sindaco Maurizio Mangialardi, l’ex vice sindaco Maurizio Memè e l’ex assessore alla cultura Simonetta Bucari. Una sentenza che segue di un anno e mezzo l’assoluzione “poiché il reato non sussiste” di altri tre componenti della giunta Mangialardi bis: Chantal Bomprezzi, Gennaro Campanile e Enzo Monachesi. A stabilirlo è stato il collegio penale del Tribunale di Ancona, presieduto dalla giudice Francesca Grassi.

L’accusa era di abuso d’ufficio per una delibera del luglio 2015, un anno dopo l’alluvione del 2014, con la quale era stata prorogato la gestione degli impianti delle Saline alla Uisp senza procedere a una gara pubblica. Si apriranno invece altri processi per Massimo Tesei, già responsabile organizzativo del comitato di Senigallia della Uisp, e per Giorgio Gregorini, ex presidente territoriale della stessa organizzazione: l’accusa in questo caso è di truffa aggravata per aver inviato “un rendiconto mendace dell’attività della piscina, difforme dal bilancio effettivo, inducendo in errore i funzionari comunali sui reali utili ottenuti”.

«Un epilogo che poteva essere dato per scontato fin dall’inizio – ha commentato Mangialardi – e, ancor di più, dopo l’assoluzione con formula nel novembre del 2021 dei miei ex assessori Enzo Monachesi, Chantal Bomprezzi e Gennaro Campanile, ai quali erano imputati i miei stessi capi d’accusa. D’altra parte, insieme al vicesindaco Maurizio Memè e all’ex assessore Simonetta Bucari, avevamo deciso di andare a processo e di non usufruire della riduzione di pena, prevista dal rito abbreviato in caso di condanna, non solo consapevoli della assoluta e inequivocabile correttezza del nostro operato, ma anche fortemente convinti di aver sempre lavorato in modo efficace nell’esclusivo interesse della città, con l’obiettivo di garantire un servizio pubblico che a causa dell’alluvione rischiava di essere compromesso».

«Sarebbe molto interessante conoscere quanto è costato questo processo al Comune di Senigallia, ma temo che coloro che lo hanno ispirato con un esposto alla Procura di Ancona, tra cui alcuni che oggi siedono ai vertici dell’Amministrazione comunale, si guarderanno bene dal farlo. Hanno sprecato denaro pubblico, al confronto politico hanno opposto la macchina del fango attraverso ignobili accuse lesive della nostra dignità e inevitabili ricadute sul piano privato e umano. Hanno intralciato l’attività della Procura e delle forze dell’ordine distogliendole da compiti ben più rilevanti. La Lega, con gli onorevoli Pillon e Arrigoni, ha persino scomodato il Parlamento con un’interrogazione che sollecitava il Ministro della Giustizia ad accelerare l’inchiesta. Tutto questo per cosa? Ne è valsa la pena avvelenare così il clima politico della nostra città? Credo che sarebbe davvero un bel gesto se oggi questi sempiterni fustigatori della moralità altrui trovassero il coraggio di porgere le loro scuse. Non a noi, che abbiamo avuto soddisfazione dalla giustizia, ma a tutti i cittadini di Senigallia, che hanno preso in giro con i loro teoremi» ha concluso l’ex sindaco.

«Marzo 2019 si concludevano le indagini sulla piscina Saline. Oggi invece si è conclusa in modo definitivo la vicenda della piscina Saline, sono stato prosciolto con l’ex art. 129 cpp. dopo 2 precedenti archiviazioni. Dopo anni di insinuazioni e calunnie a dir poco surreali oggi è stata ristabilita la giustizia vera.! Un grande rammarico aver vissuto questo tempo da imputato di fatti creati ad arte per fini esclusivamente politici. Gli avversari si “combattono” in Consiglio Comunale con idee e visione e non nelle aule di tribunale senza disperdere, tra l’altro, soldi pubblici e personali» ha dichiarato l’ex vicesindaco Memè.

Anche Bucari è intervenuta sostenendo che «La verità, per me, oggi non è trionfante perché è assai difficile che essa cancelli l’amarezza da cui proviene. Dopo 6 anni di indagini, udienze e azioni penali a spese dei contribuenti senigalliesi, di nuovo sulla locandina dei giornali, questa volta per decretare la fine di un processo che ha visto tutti gli imputati dell’ex Giunta comunale assolti e prosciolti. Da docente insegnare ogni giorno ai miei studenti educazione alla legalità, alla cittadinanza civile, al rispetto delle norme e dover convivere con accuse diffamanti, profondamente lesive della mia dignità e prive di ogni fondamento non è stato facile! Consapevole che dalle cadute ci si rialza sempre più forti, sarebbe davvero un bel gesto se gli oscuri promotori di questo assurdo procedimento oggi trovassero il coraggio di porgere pubblicamente le loro scuse!».