SENIGALLIA – Cadono le accuse sulla corruzione del sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi in merito al rinnovo della gestione della piscina delle Saline in capo alla Uisp. E con lo stesso atto, il giudice per le indagini preliminari Carlo Masini – su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Ancona Daniele Paci – stabilisce l’archiviazione anche per la condotta dei componenti della giunta Mangialardi 1: Maurizio Memè, Fabrizio Volpini, Stefano Schiavoni, Paola Curzi, Francesca Michela Paci e Gennaro Campanile.
Nel 2014, a soli due mesi dall’alluvione che devastò la città, la giunta comunale prorogò la gestione della piscina comunale Saline affidandola ancora al comitato senigalliese della Uisp, con una delibera (la 106 del 24 giugno 2014) e non con una gara pubblica. Le motivazioni erano fondamentalmente da ricondurre agli ingenti danni che anche la piscina aveva subito con l’alluvione del 3 maggio: danni che non consentivano “di procedere utilmente all’indizione di una gara prima che venisse ripristinato la normale funzionalità dell’impianto sportivo”, si legge nel decreto di archiviazione.
L’esposto era stato presentato dal consigliere comunale di Senigallia Bene Comune, Giorgio Sartini, il quale aveva chiesto che venisse fatta chiarezza circa il rinnovo della gestione dell’impianto: l’accusa era di aver favorito in questo modo il comitato territoriale Uisp di Senigallia, causando inoltre un ingente danno erariale al Comune. Da lì erano partite le indagini della Procura. Ma non solo.
Sartini ipotizzava anche che il rinnovo successivo (nell’estate 2015) della gestione ricadesse all’interno di uno scambio di favori in vista delle elezioni comunali del maggio 2015, in cui Mangialardi si era ricandidato vincendole. Ma anche su questa ipotesi di reato di corruzione tra il sindaco della spiaggia di velluto e il gestore della piscina nonché referente del comitato territoriale Uisp Senigallia Massimo Tesei, che sarebbe confermata dalla partecipazione del primo cittadino a una cena elettorale con i vertici della Uisp locale, è stata disposta l’archiviazione. Il Gip Masini è dello stesso parere del sostituto procuratore Paci per il quale non ci sono prove – tali da portare al processo – che sia stata organizzata una cena elettorale con il preciso scopo di arrivare a un rinnovo della gestione della piscina in scadenza a luglio 2015.
Prosegue invece l’iter per altre sei ipotesi di reato tra cui l’abuso di ufficio – per cui è indagato sempre il sindaco Mangialardi – e per truffa, per cui sono sotto la lente di ingrandimento i rendiconti sugli utili e sui bilanci della piscina Saline presentati dai vertici locali della Uisp. In merito a queste ipotesi, il Gip si esprimerà in un secondo momento con l’archiviazione o il rinvio a giudizio.