Senigallia

Senigallia, piscina Saline: prime reazioni politiche dopo l’assoluzione di tre ex assessori

Campanile: «Il fatto non costituisce reato. È la fine di una vicenda processu­ale nella quale sono stato ingiustamente coinvo­lto». Monachesi: «Riconosciuta la correttezza del mio operato e ristabilita la verità»

La piscina delle Saline, a Senigallia
La piscina delle Saline, a Senigallia

SENIGALLIA – Prime assoluzioni, primi rinvii a giudizio e primi commenti a caldo in merito alla vicenda della piscina Saline che, dalle aule della politica si è trasferita nelle aule giudiziarie. La gup Francesca De Palma, durante l’udienza preliminare al tribunale di Ancona, ha infatti assolto tre dei nove esponenti coinvolti nell’inchiesta e stabilito il non procedere per un altro imputato; gli altri cinque che non avevano scelto il rito abbreviato andranno a processo nel 2023.

Stabilito il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, per l’ex vicesindaco Maurizio Memè, per l’ex assessore alla cultura Simonetta Bucari, per l’ex presidente territoriale del comitato Uisp Massimo Tesei e per Giorgio Gregorini, presidente allora in carica del comitato Uisp di Senigallia. Contestati i reati di abuso d’ufficio e truffa aggravata (all’ex sindaco anche la violenza privata). Assolti tre ex assessori della giunta Mangialardi bis (Gennaro Campanile, Chantal Bomprezzi ed Enzo Monachesi), mentre non si procederà nei confronti di Nadia Rotatori, ex presidente territoriale del comitato Uisp accusata di truffa aggravata, andata in prescrizione.

Questa la sentenza di questo primo capitolo della vicenda nata su input di un consigliere comunale, Giorgio Sartini, che aveva inviato in Procura, dando il via all’inchiesta, le delibere con cui veniva prorogata senza bando pubblico la gestione alla Uisp senigalliese dell’impianto sportivo in zona Saline. Dopo la pronuncia della giudice De Palma, ecco arrivare le prime reazioni politiche.

Enzo Monachesi
Enzo Monachesi

L’ex assessore ai lavori pubblici Enzo Monachesi ha dichiarato: «Oggi è davvero una bella giornata, perché l’assoluzione con formula piena dal reato di abuso d’ufficio emessa nei miei confronti dal tribunale di Ancona non solo riconosce in maniera netta la correttezza del mio operato da assessore, ma ristabilisce la verità rispetto a una vicenda che in molti, troppi, hanno strumentalizzato a fini politico-elettorali. E quella verità dice chiaramente che io, come tutti gli altri colleghi della giunta Mangialardi, nel prorogare la gestione della piscina delle Saline abbiamo agito nell’esclusivo interesse della comunità garantendo alla collettività un servizio di cui altrimenti sarebbe stata privata». «Del resto – continua l’esponente di Obiettivo Comune – non ho mai avuto alcun dubbio che l’epilogo potesse essere diverso e proprio per questo motivo ho scelto di ricorrere al rito abbreviato, certo della mia onestà e della mia trasparenza. Altri, probabilmente, avrebbero scelto una via ben più comoda, chiudendo l’impianto e lasciando i cittadini senza il servizio. E infatti non è casuale che ora la piscina sia chiusa da quasi due anni. Ma questo non è mai stato lo spirito con cui si è mossa la precedente amministrazione comunale, che ha costantemente posto i bisogni dei cittadini al centro della sua azione di governo».

«Ritenevamo infondato il capo d’imputazione – ha specificato il suo legale, avv. Vilma Profili che ha difeso Monachesi assieme all’avv. Federica Guarrella – e volevamo dimostrarlo senza ricorrere alla prescrizione. Credo che l’abuso d’ufficio vada in qualche modo riformulato perché quando si usa la politica per altri fini, oltre a essere triste, provoca di fatto la fuga delle persone dall’attività amministrativa o rischia comunque di bloccarla». Le fa eco Monachesi: «Spero che tutta questa triste vicenda sia da lezione a chi crede che si possa fare politica prevaricando e infangando l’avversario, mettendone in dubbio l’onore e l’integrità morale, ricorrendo continuamente alla Procura anziché svolgere le proprie funzioni nelle sedi istituzionali deputate, oberando inutilmente l’attività dei giudici e contribuendo a sprecare denaro pubblico».

Gennaro Campanile
Gennaro Campanile

Difeso dall’avv. Massimiliano Belli, anche Gennaro Campanile, ex assessore e oggi consigliere comunale di minoranza con “Amo Senigallia”, è voluto intervenire sulla questione. «La sen­tenza mi ha assolto perché il fatto non costituisce reato, ponendo così fine ad una vicenda processu­ale nella quale rite­ngo di essere stato ingiustamente coinvo­lto. Come molti rico­rderanno infatti l’o­perato della giunta di cui facevo parte fu contraddistinto dapprima, nel 2014, subito dopo l’Alluvio­ne, e poi, nel 2015, dalla necessità di adottare provvedimen­ti che consentissero di garantire, in co­ndizioni così diffic­ili per la città, il funzionamento di tu­tti le strutture e gli impianti sportivi. Non è stato facile per me e per la mia famiglia dover sost­enere in questi anni il peso della sotto­posizione ad un proc­edimento penale che non potevo non riten­ere priva di giustif­icazione. Mi ha sorr­etto, oltre alla for­za spirituale, la co­nvinzione di aver se­mpre svolto la mia opera di amministrato­re correttamente, co­ntribuendo alla real­izzazione dell’inter­esse della città. Non posso che ringrazi­are tutti quelli che mi hanno sempre sos­tenuto ed hanno cont­inuato a riporre fid­ucia in me, certi de­lla mia innocenza».