Senigallia

Polemiche di Sanremo, anche Senigallia è contro Amadeus e Junior Cally

La sezione cittadina della Fidapa, la cantautrice Roberta Giallo e l'ex deputata Beatrice Brignone intervengono sul festival: «Siamo nel medioevo culturale, c'è ancora tanto da fare sulla parità di genere»

“Sanremo Zeitgeist” di Guido Calamosca: fine del festival
Il teatro Ariston di Sanremo nella foto di Guido Calamosca

SENIGALLIA – Anche da Senigallia si alzano delle voci critiche sul festival della canzone italiana. Tra coloro che hanno giudicato in modo negativo le frasi pronunciate dal conduttore Amadeus – le ormai famose polemiche di Sanremo – ci sono anche le componenti della sezione cittadina della Fidapa BPW Italy. E al loro fianco si schierano anche la cantautrice Roberta Giallo e la segretaria nazionale di Possibile, l’ex deputata senigalliese Beatrice Brignone.

Al centro delle critiche le parole che Amadeus ha pronunciato durante la presentazione della 70esima edizione del festival della canzone italiana: in particolare, quelle sulla presenza femminile e su quel passo indietro che ha fatto infuriare mezza Italia. Anche la presenza del cantante rap Junior Cally – il 29enne all’anagrafe Antonio Signore – ha provocato una scia di polemiche: al centro i suoi testi, in cui si parla, in modo per alcuni molto discutibile, di violenza, sessismo e misoginia.

Scatenata soprattutto sui social la segretaria di Possibile Beatrice Brignone. Prima ironizza sulla questione con un «Che brave queste ragazze che stanno un passo indietro. Che grande modello di realizzazione che trasmettiamo alle nostre bambine e ai nostri bambini. Che idea geniale una conferenza stampa tutta volta ad oggettificare donne a cui si riconosce come unico valore il corpo che hanno». In seguito, dato anche l’ampliarsi delle polemiche ha twittato un lapidario «Fate vomitare. Siamo costretti (e soprattutto costrette) a pagare un servizio pubblico vergognoso, avvilente, retrogrado, pericoloso come chi lo rappresenta. #Amadeus #Sanremo #Fanculo».

Più pacata ma comunque netta la posizione assunta dalla sezione di Senigallia della Fidapa che si associa alla reazione di sdegno di tante socie che hanno aderito e firmato petizioni e all’azione di protesta delle 29 deputate dell’intergruppo per le donne, firmatarie della lettera indirizzata alla commissione di vigilanza e ai vertici della Rai. «Tramite le parole del direttore artistico e conduttore del Festival nonché primo responsabile delle polemiche di Sanremo, Amadeus, il servizio televisivo pubblico presenta ancora una volta un modello diseducativo di donna: bella e disposta a farsi da parte per non offuscare il successo del proprio compagno».

Di fronte a tutto questo, oltre a chiedere che «venga riaffermato l’impegno della Rai nella lotta alla violenza, alle discriminazioni e ai pregiudizi di genere e le scuse pubbliche da parte di Amadeus» (con Amadeus ancora intento a dire di essere stato interpretato male), la Fidapa senigalliese sottolinea quanto ancora ci sia da fare perché cambi la cultura nel belpaese: «se le azioni di contrasto sono utili e doverose nell’immediato, si è convinte che il cambio di mentalità si possa ottenere solo con una seria programmazione educativa al rispetto delle persone nelle loro differenze di genere fin dall’infanzia, per una vera e propria rivoluzione culturale da intraprendere insieme a uomini intelligenti e consapevoli».

Roberta Giallo
Roberta Giallo

Anche la cantautrice di Senigallia, ormai adottata da Bologna dove vive, Roberta Giallo è intervenuta sull’argomento. Ha letto una lettera aperta, accorata, rivolta a tutte le istituzioni perché pongano più attenzione di quanta ne rivolgano ora alle donne. Tra le polemiche di Sanremo c’è anche la scelta di invitare sul palco un cantante che «ci riporta in un medioevo culturale inneggiando alla violenza e alla misoginia, cancellando secoli di battaglie culturali sulla condizione femminile». Roberta “Giallo” Giallombardo ha chiesto di accendere i riflettori su questa offensiva vicenda, domandandosi inoltre se la scelta del direttore artistico Amadeus sul rapper definito un «bullo patentato» sia stata fatta dopo aver ascoltato i testi delle canzoni, in cui più volte dà delle “put…” alle donne, o dopo aver visto il numero degli streaming. Le frasi di Junior Cally e quelle di Amadeus – per quanto molto lontane tra loro – danno ancora l’idea che «il nostro paese abbia ancora bisogno di tanto lavoro per maturare una coscienza collettiva sulla parità di genere e rispetto verso le donne, un paese dove si predica bene ma si razzola malissimo».