SENIGALLIA – Molto critica è la posizione del coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia sul dialogo aperto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Dialogo senza vergogna secondo Marcello Liverani: la sua accusa va sia verso i due schieramenti politici nazionali che hanno mostrato di volersi accordare per «questioni di poltrone», sia verso il Pd locale che pensa a questioni irrilevanti per la città di Senigallia.
L’intervento segue di poche ore la notizia dell’assemblea del Pd cittadino per discutere se approvare o meno la linea tracciata dal nazionale, dove si voterà il 3 maggio se aprire al dialogo con i 5 Stelle o se rimanere all’opposizione. Assemblea che ha mostrato all’unanimità di voler “parlare” con Di Maio e soci, presentando le proprie proposte programmatiche su cui eventualmente accordarsi.
«Poiché le poltrone fanno ampiamente gola anche al M5S – spiega Marcello Liverani – ora si cerca di formare un governo con i “trombati” del Pd. Per cinque anni il M5S ha “vomitato” veleno e insulti sul PD, ma ora, pur di governare, non hanno la minima vergogna e decenza e provano a dialogare. Da parte del PD, vista la sonora e pesante sconfitta del 4 marzo, possiamo ben immaginare come ora cerchino di riprendersi “potere” e “poltrone”».
A livello locale, invece, Liverani critica il fatto che il Pd “perda tempo” a discutere di temi nazionali quando già le questioni amministrative senigalliesi dovrebbero bastare e avanzare. Tante le tematiche su cui c’è da lavorare secondo il coordinatore di Fratelli d’Italia: le spaccature interne al Pd senigalliese si sono mostrate con la bagarre tra l’assessore Campanile e il consigliere Sardella nell’ultimo consiglio comunale e con le deleghe tolte all’assessore Ramazzotti.
Innumerevoli poi i battibecchi tra il sindaco Mangialardi (PD) e le consigliere Martinangeli e Palma (M5S), per non parlare della spaccatura interna anche del M5S cittadino, con le prime due consigliere che hanno preso una strada diversa da quella del “collega” Mandolini, perlomeno sulle tematiche consiliari.
Insomma, un quadro che fa pensare a Liverani come il dialogo tra Pd e M5s sia solo di facciata, perché nella realtà i due partiti o movimenti sono talmente distanti da non avere punti di contatto su cui poter creare una “unione”. E discutere di temi nazionali non fa altro che spostare l’attenzione su «questioni di lana caprina: vista la grave situazione della città sembra assurdo, comico, ma è così».