SENIGALLIA – Aspre critiche alla proposta di modifica del regolamento del consiglio comunale e delle commissioni consiliari arrivano dalla consigliera Chantal Bomprezzi e dal consigliere Gennaro Campanile. Riflessioni che sottolineano diversi aspetti critici della proposta politica arrivata dal presidente Bello.
Al centro delle osservazioni ci sono il potere amplificato della figura che dovrebbe essere superpartes, i tempi limitati di discussione, la possibilità di convocare commissioni consiliari con tempi diversi da quelli previsti, il numero ridotto di commissioni, e la possibilità di decadenza dei consiglieri.
«Si diminuiscono le commissioni consiliari, da sette a quattro (forse per togliere di mezzo l’unico presidente di commissione espressione dell’opposizione?) – attacca Chantal Bomprezzi – si dà la possibilità di espellere dall’aula un consigliere comunale, anche usando le forze di polizia (e anche qui soccorre alla mente il richiamo della municipale da parte di Bello, vittima sempre il consigliere Campanile). Addirittura il presidente Bello vorrebbe che i consiglieri comunali, eletti dal popolo, decadano in caso di assenza prolungata, non giustificata (sempre a discrezione del presidente, ovviamente)».
«Il Presidente del Consiglio – spiega infine Bomprezzi – si trasforma in una figura dai poteri enormemente ampliati, che ha come effetto quello di mettere il bavaglio ai Consiglieri non compiacenti. Mi appello al Presidente della Prima commissione, al Sindaco e all’intera maggioranza: fermate questa deriva autoritaria di Bello e Fratelli d’Italia. Da parte nostra, lo faremo con ogni mezzo democratico a disposizione».
Sul tema è intervenuto anche il consigliere comunale Gennaro Campanile: «Le modifiche proposte direttamente da Bello vanno in parte nella direzione di un ammodernamento necessario ma contemporaneamente anche di un notevole rafforzamento del ruolo del Presidente che instaurerà una specie di diarchia di governance con il Sindaco a discapito dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza. La riduzione delle Commissioni da 7 a 4 (lo Sport è sparito…non si sa a quale Commissione è attribuita la competenza), il depotenziamento delle interpellanze scritte, il maggiore peso del Presidente nella gestione dei lavori delle Commissioni e del Consiglio stesso, la decadenza dei Consiglieri (alla faccia del voto dei cittadini) ed altri particolari trasformano il Consiglio Comunale in una specie di scolaresca degli anni ’60 con il maestro/a che rifila bacchettate, manda dietro la lavagna, fa mettere in ginocchio per punizione, siede dietro una scrivania così alta da essere irraggiungibile. Deliri di onnipotenza simili non si erano mai visti vista né si vedono in altre amministrazioni di centrodestra».