MONTEMARCIANO – L’ennesimo rinvio di importanti lavori pubblici è il motivo che scatena un nuovo attacco politico dell’opposizione. Da Progetto Montemarciano tornano sull’argomento già sollevato l’anno scorso per ribadire il concetto: la maggioranza è in difficoltà. E non è solo una questione legata all’assenza perdurante del sindaco Damiano Bartozzi, a cui è stato augurato più volte un veloce ritorno a condizioni migliori di salute.
«Anche quest’anno il programma triennale dei lavori pubblici rinvia all’anno successivo interventi importanti e costosi. Una procedura che dimostra tutte le difficoltà della maggioranza ad intercettare linee di finanziamento» spiegano dalla minoranza. Nel 2022 erano infatti ipotizzati 6 milioni e 700 mila euro per opere da effettuarsi nel 2023 e altri 4 milioni e 220 mila euro da spendere nel 2024. «Quest’anno la spesa per il 2023 risulta zero, per il 2024 è di 9 milioni e 300 mila euro, per 2025 1 milione e 565 mila euro. È evidente che ogni anno rinviano all’anno successivo».
Non è solo un problema di «galleggiare tra le promesse irrealizzabili», sostengono Grilli e Caprari: «intorno al nostro territorio, le altre amministrazioni comunali corrono e progettano; per Montemarciano l’impressione è di calma piatta probabilmente causata dalla paura di correggere le scelte politiche sbagliate del passato».
Le criticità infatti ci sono anche qui come in tutti comuni, «ma da noi le criticità sono cresciute in maniera esponenziale per colpa delle eredità del passato e della mancata volontà dell’attuale compagine al governo. Il documento unico di programmazione ha natura strategica… invece viene redatto come se fosse una sorta di rendiconto di gestione: evidenzia una ridotta proiezione del documento stesso verso il futuro. Avevano promesso di tutto e ora sono bloccati».
Nessuna accensione di mutui per il prossimo triennio (2023/2025) «significa ennesimo segnale di blocco anziché di slancio. Il bilancio di previsione, approvato entro i termini di legge ma comunque dopo quattro mesi e mezzo dall’inizio dell’anno, non può che essere deludente, soprattutto perché rimane ingessato dalle pesanti eredità del passato. In definitiva anche per il 2023 la maggioranza perde l’occasione di abbandonare la propaganda per cercare di dare risposte alla cittadinanza accorciando la distanza tra il dire e il fare».