SENIGALLIA – «Nelle politiche giovanili di questa città esiste un vuoto enorme». È netto il giudizio della consigliera comunale Stefania Pagani, capogruppo di Vola Senigallia riguardo le progettualità rivolte ai più giovani in un momento dove la stretta attualità ricorda a tutti il valore delle iniziative verso ragazzi e ragazze. Un problema avvertito da tempo e su cui è intervenuta in consiglio più volte chiedendo informazioni sui vari percorsi intrapresi. Percorsi di cui poi non si è più saputo nulla. L’ultimo in ordine di tempo è stato il progetto Agorà.
Le attività di A.G.O.R.À, progetto che mira a trasformare la Biblioteca Antonelliana in un centro di aggregazione per giovani, ripartono, cercando di creare “uno spazio in cui ragazzi e ragazze possano incontrarsi, imparare, esprimersi e crescere, attraverso una serie di attività culturali, educative e ricreative lungo tutto l’anno” si legge in una nota stampa del Comune. «L’iniziativa è indubbiamente lodevole e apprezzabile – commenta Pagani – anche se, a mio parere, tardiva e parziale. Sicuramente un progetto finalizzato ad attrarre un determinato target di giovani ma quello di cui necessita da tempo la nostra città è una rete socio culturale di aggregazione sul territorio. Senigallia non è solo centro storico ma ci sono anche i quartieri e le frazioni, alcune delle quali molto popolate. Pertanto questa iniziativa non completa il fabbisogno».
Partono da qui le considerazioni di Pagani circa le politiche giovanili di Senigallia. «L’azione pubblica dovrebbe essere orientata ad educare i giovani ai valori di cittadinanza, all’esercizio dei diritti, all’adempimento dei doveri e non al consumismo. In questi ultimi anni, invece, questo compito è stato in gran parte delegato ai privati. Ossia l’aggregazione dei giovani avviene soprattutto nei locali pubblici, nelle discoteche, ecc. ove i ragazzi sono considerati possibili consumatori. Le nuove sfide educative, così come i segnali di grande difficoltà che arrivano anche dal mondo della scuola, dovrebbero essere interpretati dall’ente locale per mettere in atto azioni volte a rivitalizzare e a potenziare il patto sociale tra scuola – famiglia – territorio – enti locali – associazioni – istituzioni».
Solo per fare degli esempi, Pagani cita la situazione dei centri di aggregazione giovanile (Cag) comunali e li definisce «morti»: nello specifico il “Bubamara” di via Abbagnano (in foto) e il “Rolabola” di Marzocca. «Che fine hanno fatto? Sono stati chiusi in epoca di emergenza Covid e mai più riaperti. Eppure i Cag possono rappresentare davvero un punto di riferimento sul territorio. Una comunità strutturata, animata da operatori con diverse e specifiche competenze, la cui funzione educativa non si esaurisce al suo interno e con l’intervento sui ragazzi, ma trova il suo ambito anche nella comunità dove il servizio è inserito. I Cag comunali, quelli di Senigallia, ormai sono locali vuoti che potrebbero essere utilizzati anche come biblioteche, ludoteche o co-working, solo per fare alcuni esempi. Diamogli il nome che vogliamo e immaginiamoli in maniera nuova, ma prendiamo consapevolezza dell’urgenza di creare nuovi spazi per i giovani e giovanissimi con l’obiettivo di promuovere il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, spazi che oggi mancano come il pane» conclude Stefania Pagani, capogruppo di Vola Senigallia.