SENIGALLIA – Un progetto unico per i due ponti del centro storico, senza difformità che alterino l’integrità e l’armonia del paesaggio urbano. È quanto chiede, con forza e facendo leva sulla logica, la sezione senigalliese dell’associazione Italia Nostra.
«Nonostante l’opposizione di larga parte dell’opinione pubblica cittadina – spiegano da Italia Nostra basandosi sulle quasi 9000 firme raccolte, contrarie al progetto di ponte Garibaldi finora reso noto – Regione e Comune non sembrano voler recedere dal devastante progetto per il ponte Garibaldi, con la banale giustificazione che prima di tutto viene la sicurezza, poi l’estetica, quando abbiamo dimostrato ampiamente che il problema va ben al di là di una semplice questione di immagine, coinvolgendo l’identità storica e la struttura stessa della città».
Ma dato che nel dibattito si dovrà aggiungere ormai certamente la riprogettazione e ricostruzione di ponte degli Angeli, ex ponte II Giugno, poiché quello inaugurato nel 2021 «non rispetta i vincoli posti dalla normativa nazionale», perché allora non procedere con buon senso e con un progetto che possa uniformare le due nuove infrastrutture? Sicuramente per ponte degli Angeli sarà necessario prevedere un’ipotesi progettuale meno impattante rispetto a quella prevista per ponte Garibaldi: non c’è possibilità di spostare il ponte per non alterare la prospettiva dei portici Ercolani con un ponte alto e ad arco.
Secondo Italia Nostra è l’occasione giusta per ripensare entrambi viadotti, senza scaricare oneri e onori sui concorsi di idee che ammettono il vuoto di soluzioni tra chi governa. Proprio «la linea dei portici è l’elemento architettonico che conferisce pregio e carattere unitario a tutto il lungo fiume, e quindi i due ponti si dovrebbero inserire senza strappi in questo paesaggio, come è stato per secoli e più recentemente per i ponti novecenteschi».
Da qui la consapevolezza che «se si vuole armonizzare l’architettura dei due ponti con la prospettiva dei portici, la soluzione obbligata e unica non può che essere quella di adeguare il progetto del ponte Garibaldi a quello necessariamente più contenuto e meno impattante del corso (degli Angeli, ex II Giugno, Ndr), in altre parole prima scegliere la soluzione più idonea per l’ex ponte II Giugno, poi riprogettare il ponte Garibaldi secondo gli stessi parametri, che lo renderanno inevitabilmente meno impattante e più adeguato al contesto, come da noi richiesto e auspicato. Questo aspetto del problema ci sembra ineludibile se si vuole tutelare i valori architettonici e storici del paesaggio urbano e dovrebbe essere tenuto presente anche dalla Soprintendenza».
Proprio alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, l’ente che già a suo tempo aveva espresso parere negativo in merito al primo progetto avanzato per il ponte degli Angeli (ex II Giugno), molto simile a quello proposto ora per il ponte Garibaldi, si rivolge ora Italia Nostra. L’appello è a «che la soprintendenza voglia esprimere una presenza più determinante e fattiva al tavolo della decisione finale, anche richiamando i vincoli ambientali di tutela esistenti su tutto il contesto urbano del ponte Garibaldi, includenti il fiume e l’area dei portici».