SENIGALLIA – Tra i tanti danni a edifici e strutture private e pubbliche causate dalla recente alluvione del 15 settembre c’è anche ponte Garibaldi. Il suo passato, già segnato da alcuni problemi che ne avevano compromesso la fruibilità per i mezzi pesanti, ha lasciato posto a un presente fatto di danni evidenti, transenne e reti metalliche per impedirne l’attraversamento anche ai pedoni. Ma il futuro?
Nel pomeriggio di lunedì 26 settembre è stato eseguito un sopralluogo sotto la struttura, che collega l’area dello stadio con il centro storico, per verificarne lo stato di danneggiamento a seguito della piena del fiume Misa: tanti i pezzi della balaustra in pietra spazzati via dalla forza dell’acqua e dai numerosi tronchi che premevano sul ponte Garibaldi. Alcuni sono stati rinvenuti addirittura verso corso II Giugno, a circa 300 metri dalla loro posizione originaria. Ma se i pezzi trovati a terra sono il segno più evidente del danneggiamento, altri segnali vanno studiati dai tecnici. Il controllo è stato eseguito in modo congiunto dagli ingegneri dell’Anas e dal personale tecnico comunale, con il supporto dei vigili del fuoco. Ancora non è stato comunicato però l’esito di tale sopralluogo: da piazza Roma sono in attesa infatti del verbale dell’Anas.
Amaro il commento del sindaco Massimo Olivetti che ha parlato di «perdita del ponte Garibaldi» e di «un’ulteriore ferita inflitta a Senigallia dall’alluvione, violenta e inaspettata, che ha colpito la nostra città e soprattutto i nostri cittadini». Dal municipio fanno sapere di essere al lavoro per ripristinare il prima possibile la viabilità nelle zone alluvionate, tentando di restituire alla comunità il ponte. In attesa però del verbale con cui sarà messo nero su bianco la sempre più probabile ipotesi di demolizione e ricostruzione, la giunta sta studiando soluzioni temporanee e alternative.
Innanzitutto, spiega l’assessore ai lavori pubblici Nicola Regine, si sta elaborando un progetto di viabilità che permetta almeno il collegamento tra le zone alluvionate (e penalizzate) con il resto della città. Il ponte di fatto era già in difficoltà da tempo, tanto che ne era stata vietata la circolazione ai mezzi pesanti: ora si spera in una riapertura almeno per quanto riguarda il transito pedonale, cosa al momento non consentita, perché «non può essere divisa la città». Un’ipotesi però che assomiglia sempre di più a un’illusione: si parlava già prima di demolizione e ora sembra sempre più probabile. Ma chi finanzierà l’opera? E con che tempistica?
Un possibile scenario è quello di un cofinanziamento regionale e comunale che permetta la costruzione di una struttura ex novo, un po’ come avvenuto per ponte II Giugno, ora ponte Angeli dell’8 dicembre 2018. Se necessario potrebbero essere usate procedure di somma urgenza che consentirebbero di ridurre i tempi: tra progettazione (che in teoria sarebbe già quasi pronta in Regione), gara d’appalto, aggiudicazione ed esecuzione dei lavori potrebbero passare molti mesi, forse più di un anno. E intanto la città che fa?
Anche sui social si è scatenato il dibattito: tra chi chiede di riaprire ponte Garibaldi il prima possibile mantenendo quella struttura che ha anche un vantaggio estetico e chi invece opta per una soluzione drastica ma rapida, si inseriscono anche quanti ipotizzano una soluzione viaria diversa: invertendo il senso di marcia in via XX Settembre si permetterebbe a quanti provengono da via Rossini o da via Verdi di raggiungere il ponte degli Angeli (da aprire completamente quindi al traffico dei veicoli) e da lì poi proseguire a destra o sinistra lungo i portici Ercolani: così si riuscirebbe a raggiungere ogni parte del centro storico.