SENIGALLIA – Sul ponte II Giugno che dovrà essere ricostruito, verosimilmente entro la prossima primavera, e sull’ipotesi progettuale presentata dal Consorzio di Bonifica delle Marche sono piovute letteralmente numerose critiche. Fin dalla sua chiusura al traffico veicolare nel novembre 2016, la struttura realizzata tra il 1948 e il 1950 tra corso II Giugno e via Carducci è stata al centro di varie polemiche e proposte, sulle quali ora interviene anche la sezione senigalliese di Italia Nostra.
Il ponte, come annunciato più volte, dovrà essere rifatto con una nuova struttura a campata unica, così da evitare le pile in alveo, aumentare la portata in caso di piena del fiume Misa e ridurre le criticità note ormai a tutti i senigalliesi. Dovrebbe assumere uno stile moderno, in netto contrasto con il contesto storico e urbano in cui verrà realizzato.
«E’ vero – spiega Virginio Villani, presidente di Italia Nostra – che qualsiasi opera pubblica moderna in un contesto architettonico storicamente connotato pone problemi di non facile soluzione e porta con sé un inevitabile carico di polemiche, se non altro per il solo fatto che la maggioranza dell’opinione pubblica è legata all’immagine consolidata che ha del proprio habitat. Noi non siamo pregiudizialmente contrari all’inserimento del moderno in un contesto storico, ma si deve trattare di progetti di alta valenza architettonica e per i grandi progetti servono grandi risorse e tempi lunghi e non sappiamo se in questo caso le risorse disponibili siano in grado di supportare un progetto di alta ingegneria».
Al centro dell’intervento c’è la funzionalità del nuovo ponte: da un lato dovrà avere certe caratteristiche per poter ottenere i risultati sopra descritti in caso di piogge abbondanti e di piena del fiume Misa; dall’altro deve garantire il transito, almeno durante le emergenze. L’amministrazione comunale, che ha dichiarato apertamente di non apprezzare il progetto presentato in Commissione dal presidente del Consorzio di Bonifica Claudio Netti, sta valutando di rinunciare al ponte carrabile per poter avere in cambio un ponte ciclo-pedonale che sia armonizzato con il contesto del centro storico.
Anche Italia Nostra è contraria al progetto proposto: «Non è sicuramente la soluzione migliore: basta osservare la simulazione proiettata sullo sfondo di una scenografia architettonica a forte connotazione stilistica, dominata dal neo classico dei portici e del Foro annonario. Se pensiamo che ci si accinge ad un’opera destinata a lasciare un’impronta duratura in questo che è il cuore del centro storico, in una posizione di ampia visibilità, viene da dire che sarebbe forse meglio non fare niente e rinviare a tempi migliori piuttosto che fare una brutta opera».
Italia Nostra spinge infine a prendere in considerazione una soluzione presentata nel 2015, nel corso di una serie di incontri organizzati dall’Osservatorio Misa, dall’ing. Marco Petrangeli, docente universitario e professionista di grande esperienza. «Un modello sempre a campata unica, con una struttura portante sempre sopra il piano stradale, ma molto più leggera e meglio armonizzata con il contesto. Non è detto che il progetto debba essere proprio questo, ma rappresenta la migliore delle proposte architettoniche finora messe in campo».