SENIGALLIA – Lo Stato non chiederà indietro il risarcimento concesso ai figli di Marianna Manduca, la donna uccisa dal marito dopo ben 12 denunce. Lo ha detto il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, durante il discorso nella giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Nell’apprendere questa notizia, il tutore legale dei figli (di cui uno ormai maggiorenne) di Marianna Manduca, suo cugino Carmelo Calì ha voluto commentare soltanto con uno laconico “Finalmente lo Stato c’è”. Una sorpresa, praticamente ascoltata in diretta durante il video messaggio del premier Conte, che ha fatto esclamare di gioia e soddisfazione la sua famiglia per un percorso di ingiustizia ora al termine.
La vicenda è di quelle purtroppo tragiche, che ormai ci si è abituati – e forse è come un ulteriore delitto – a leggerle troppo spesso nelle cronache dei giornali. Marianna Manduca venne uccisa ad appena 32 anni con varie coltellate nel 2007 a Palagonia (Catania) dal marito Saverio Nolfo. Dieci anni dopo, lo Stato in primo grado aveva subito la condanna a risarcire con 260mila euro i tre figli, nel frattempo accolti dal cugino Carmelo Calì e sua moglie Paola Giulianelli a Senigallia, per la negligenza dei magistrati della Procura di Caltagirone colpevoli di “inerzia”: non diedero peso alle 12 denunce presentate dalla donna nei confronti del marito.
Nel 2019 la Corte di Appello ribaltò la sentenza stabilendo che il risarcimento già liquidato dovesse essere restituito perché “l’epilogo mortale della vicenda sarebbe rimasto immutato”. Da qui il ricorso in Cassazione che aveva annullato la decisione della corte messinese e rimandato tutto a un quarto giudizio che si sarebbe dovuto tenere il prossimo 9 dicembre. Ieri, 25 novembre, la parola fine a questa drammatica vicenda di violenza domestica e di dibattito giudiziario.
Il premier Conte ha affermato: «Dico a Carmelo, Stefano e Salvatore che, certo non riavranno più la loro mamma (Marianna Manduca, Ndr), ma lo Stato finalmente può sottoscrivere un accordo transattivo, che riconoscerà a loro non solo di poter conservare la somma percepita, come danno patrimoniale, ma anche una cospicua somma a tutti e tre loro a titolo di danno non patrimoniale».
E ancora: «Lo Stato deve avere il coraggio di riconoscere i propri errori e di trarre le conseguenze, assumendosene tutta la responsabilità. Nessuna donna vittima di violenza deve più sentirsi sola».
Sulla vicenda dei coniugi Calì che hanno adottato i tre figli di Marianna Manduca, era stata girata anche una fiction, proprio a Senigallia, con Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti, andata poi in onda in prima serata su RaiUno, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.