Senigallia

Dal presidente del consiglio di Senigallia solidarietà ai tre consiglieri di Fratelli d’Italia

Massimo Bello condanna il gesto «esecrabile» ma invita tutti ad abbassare i toni e a riflettere sul 25 aprile, data «importante per la nostra Repubblica e per la Storia d’Italia»

Una delle scritte contro tre consiglieri comunali di Fratelli d'Italia apparse nella notte a Senigallia
Una delle scritte contro tre consiglieri comunali di Fratelli d'Italia apparse nella notte a Senigallia

SENIGALLIA – Dal presidente del consiglio comunale di Senigallia Massimo Bello è stata espressa solidarietà piena nei confronti dei tre esponenti del suo stesso partito vittime di scritte ingiuriose e minacce comparse questa mattina, 20 aprile. Ma oltre alla condanna del gesto rivolto ai tre consiglieri, Bello invita tutti ad abbassare i toni.

«Una condotta esecrabile – scrive Bello – quella di chi ha volgarmente ingiuriato e minacciato con appellativi indecenti i componenti eletti del Consiglio. Denigrare ed offendere le istituzioni è inaccettabile». Il presidente del consiglio comunale interviene così sulle frasi apparse in zona portuale e al centro commerciale di via Cellini contro Liverani, Da Ros e Montesi. «Con queste modalità, si disprezzano le istituzioni democratiche, il loro valore e la Festa della Liberazione dal nazifascismo, che tra qualche giorno, covid permettendo, l’Amministrazione comunale celebrerà».

Massimo Bello
Massimo Bello

Da Massimo Bello inoltre arriva l’invito ad abbassare i toni della questione «anche e soprattutto in prossimità di ricorrenze, che ricordano eventi e fatti storici, che caratterizzano la storia della comunità nazionale. Approssimandosi il 25 aprile, dobbiamo essere coscienti e consapevoli che, oltre alle parole, sia giusto percorrere la via dei fatti e considerare in modo più consono e più serio il significato di date così importanti per la nostra Repubblica e per la Storia d’Italia».

In ultimo, la critica verso chi ha compiuto tale gesto contro i tre consiglieri: «Le mani di chi ha imbrattato quei muri con quegli appellativi indecorosi e indegni, velatamente minacciosi, si sono macchiate di una ulteriore colpa – conclude – quella di non aver compreso appieno quanto in realtà accadde durante la Liberazione, in cui l’Italia tornò finalmente libera e democratica».