MONTEMARCIANO – Vive un momento difficile e si fa prestare mille euro da un albanese che poi la minaccia per riaverli con gli interessi chiedendole anche prestazioni sessuali. Condannato un 25enne. «Paga o ti faccio tagliare la gola», «Sai come lavoriamo noi», queste alcune delle frasi che una donna di 55 anni, italiana, residente nel comune, disoccupata, si è sentita dire da un aiuto cuoco che si era offerto di farle un prestito. Dopo aver restituito la cifra, il 25enne voleva anche gli interessi e altri soldi dalla 55enne che si è rivolta ai carabinieri della Tenenza di Falconara per denunciarlo per estorsione ed usura. Con l’aiuto dei militari, che si sono nascosti in casa al momento della consegna del denaro, il 25enne è stato arrestato. Oggi è stato condannato a sei mesi dal collegio dei giudici del tribunale di Ancona.
I fatti contestati risalgono al 2012. La donna, con una figlia a carico, stava vivendo delle difficoltà economiche quando, stando alla denuncia presentata, aveva chiesto ad una amica se poteva prestarle dei soldi. L’amica le aveva suggerito il fratello del suo fidanzato, un 25enne albanese, come persona in grado di farle il prestito. Il giovane, secondo sempre la ricostruzione della parte offesa, si era così presentato a casa dandole mille euro e facendole firmare un foglio che impegnava la donna a restituire la somma di 1.500 euro. Poco dopo erano iniziate le telefonate intimidatorie per sollecitare la restituzione. «Mando qualcuno e ti faccio tagliare la gola», le avrebbe detto il 25enne. Lo stesso albanese le avrebbe proposto di ospitare anche tre prostitute in casa per scalare così il debito. Una proposta che la 55enne non aveva accettato.
Nel mese di gennaio, dello stesso anno, la 55enne ha pagato i mille euro al fratello del 25enne perché il giovane nel frattempo era finito in carcere per un altro reato. Tornato libero si era presentato a casa della donna, a luglio, dove c’era un’amica della 55enne, pretendendo 1.500 euro. In quella occasione avrebbe chiesto alla 55enne di fare sesso con lui per abbattere il debito. La donna ha preso tempo e si è rivolta ai carabinieri. I militari si sono nascosti in casa, facendo fissare un appuntamento alla donna con l’albanese che il 27 luglio dello stesso anno è stato arrestato. Oggi la sentenza al tribunale con la condanna a sei mesi: il reato è stato derubricato da estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Caduta l’imputazione di usura. L’imputato, che ha sempre rigettato le accuse sostenendo di aver voluto solo recuperare la somma prestata, era difeso dall’avvocato Monica Clementi dello studio Magistrelli. La 55enne era rappresentata dall’avvocato Elena Martini.