Senigallia

Progetto Unione dei Comuni: «Nessuno ha informato i cittadini che ora diventeranno sudditi» di Senigallia

«Capiamo la soddisfazione di Mangialardi, ma i comuni saranno ridotti a contee costrette a elemosinare briciole di servizi e finanziamenti», dice Luca Marini per la lista civica Patto per Ostra Vetere

Ostra Vetere
Ostra Vetere

OSTRA VETERE – «L’Unione dei Comuni si farà, s’ha da fare, cari cittadini: l’ente Provincia è morto, viva la “Marca Senone”». È con l’ironia che intervengono dall’entroterra senigalliese gli esponenti della lista civica Patto per Ostra Vetere, criticando il progetto di unione di sette (per il momento) comuni della valle del Misa e Nevola. Critiche e perplessità emerse su più aspetti dell’unione che coinvolge Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli, a cui poi si aggiungeranno Castelleone di Suasa e Corinaldo e che dovrà partire entro la primavera 2018. In tempo utile, secondo la formazione montenovese per gli appuntamenti elettorali nazionali di aprile/maggio.

Le prime critiche mosse al progetto riguardano il silenzio di cui è stato circondato fin dalla nascita. Un po’ come la fusione tra Senigallia e Morro d’Alba, emersa agli occhi dei cittadini solo quando è stato indetto il referendum. Stesso iter per l’unione dei comuni “Le Terre della Marca Senone”, i cui primi vagiti si son sentiti quando nella spiaggia di velluto si parlava di fusione. «Dobbiamo ammetterlo: la mancanza di informazioni che ha circondato la nascita di questa Unione e la fretta con cui ora se ne chiede ai Consigli comunali l’approvazione, anziché fugare hanno aumentato le perplessità di coloro che hanno memoria di operazioni similari fatte in passato. Operazioni che avevano alimentato sacrosante aspettative di miglioramento per il territorio delle valli del Misa e del Nevola e che sono poi miseramente fallite – continuano dalla lista, rappresentata dal consigliere Comunale di Ostra Vetere Luca Marini – lasciando dietro di sé l’ennesimo sperpero di denaro pubblico, essendo state utilizzate più a scopo politico che per il bene comune».

«Lo studio di fattibilità – continuano – che accompagna il progetto ne parla come di un’operazione di stampo “federale” ma a ben leggere il corposo dossier vien da dire che sia “feudale”! Comprendiamo la legittima soddisfazione del sindaco Mangialardi di rivestire il ruolo del “Conte o Marchese della Marca Senone” a cui tutti i Comuni dell’Ambito, ridotti al ruolo di contee-filiali periferiche, dovranno rivolgersi deferenti e sottomessi per strappare briciole di servizi e di finanziamenti per le proprie comunità».

Sì perché il punto debole di questi progetti è sempre l’aspetto economico: quanto costa l’operazione ai cittadini? E che rendimento/miglioramento si potrà ottenere poi nei servizi gestiti dall’unione? Nello studio di fattibilità vi sono tabelle e grafici, statistiche e percentuali che dimostrano come l’operazione dell’unione possa portare a risparmi, razionalizzazione della spesa ed efficienza nei servizi gestiti su larga scala, larga praticamente quanto le vallate. Però non si parla di costi: secondo Patto per Ostra Vetere manca una reale quantificazione dei costi e dei risparmi prodotti dalle convenzioni fatte tra i vari comuni negli scorsi anni, anch’esse finalizzate al risparmio della spesa, alla razionalizzazione e all’efficienza dei servizi resi ai cittadini. «Onestà e chiarezza esigono che si dica innanzitutto quanto è stato effettivamente risparmiato e quanto si è effettivamente speso. Ma di questi dati economici sulle convenzioni operanti ormai da diversi anni nessuno ha informato i cittadini».