SENIGALLIA – La sanità locale è ancora al centro del dibattito politico dopo la pubblicazione del bando che tende a esternalizzare il servizio medico del pronto soccorso a una cooperativa. Una soluzione temporanea, che ha fatto però alzare i toni della discussione, con un botta e risposta che ha coinvolto sia esponenti locali che regionali.
A dare il via ci ha pensato l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi: l’attuale capogruppo Pd in consiglio regionale accusa la giunta regionale targata Acquaroli di non aver fatto altro che danni, incolpando i governi precedenti, e quella comunale guidata da Olivetti per essere passata dalle proteste assieme al comitato senigalliese per l’ospedale al silenzio assoluto sul tema. Mangialardi parla di «caos che affligge il pronto soccorso, con i pazienti letteralmente in balìa degli eventi, nonostante l’encomiabile abnegazione di medici, infermieri e personale sanitario del pronto soccorso e di tutti i reparti». E ancora: «Dopo il nulla assoluto realizzato dalla giunta regionale in questi due anni, assecondato dall’amministrazione comunale, apprendiamo che l’assistenza medica per i prossimi quattro mesi verrà esternalizzata dall’azienda sanitaria alle cooperative private grazie a un bando di 633 mila euro. L’equivalente, secondo stime attendibili, alla cifra necessaria per l’assunzione di 10 specialisti a tempo indeterminato. Una decisione del tutto incoerente da parte di chi non ha mai perso occasione di attaccare pubblicamente il centrosinistra, indicandolo come il responsabile della presunta privatizzazione della sanità».
Sul bando per esternalizzare l’assistenza medica a una cooperativa è intervenuta anche Stefania Pagani, consigliera comunale per Vola Senigallia. «Col tentativo di risolvere il problema, infatti, sempre con maggiore frequenza si ricorre all’utilizzo di medici delle cooperative, affidando loro la copertura, completa o parziale, dei turni di Pronto Soccorso. Si tratta di una soluzione senz’altro rapida, forse inevitabile nel brevissimo periodo, per ovviare al problema. Ma comporta una serie di criticità organizzative che danno luogo anche a un disconforto per il paziente, e il ricorso a questo escamotage non può e non deve essere strutturale». Anche lei, come Mangialardi, tuona sull’«assordante silenzio degli esponenti del Comitato cittadino a difesa dell’ospedale, di colpo diventati afoni sui temi della sanità, ma sempre estremamente prolissi nel fare da megafono alle iniziative di quell’amministrazione comunale che vede seduto al vertice il loro ex capo».
Dalla destra replica Fratelli d’Italia. Il capogruppo FdI in consiglio regionale, Carlo Ciccioli, sostiene che «non ci siamo piegati di fronte alle macerie che ci hanno lasciato, a Senigallia come in tutta la Regione. Ci siamo rimboccati le maniche e i risultati già si intravedono, nonostante un anno difficile con la pandemia che ha morso in modo evidente». Ciccioli e Cinzia Petetta, assessora ai servizi sociali di Senigallia, passano poi al contrattacco: «Mangialardi, un vero disastro, anche idrogeologico, come Sindaco di Senigallia, non ha mai difeso l’ospedale, lasciando che la Giunta Ceriscioli lo ridimensionasse in termini di personale e di investimenti, come ha scientificamente fatto verso tutti i presidi ospedalieri della provincia, inseguendo la sciagurata idea dell’ospedale unico». Infine la promessa d’un futuro migliore per la sanità senigalliese e non solo: «La Giunta Acquaroli sta ricostruendo sulle macerie che ci hanno lasciati senza perdersi d’animo. Durante il primo anno di pandemia, al governo regionale vi erano loro, eppure non hanno mai rimesso mano al Piano Socio Sanitario. Noi, invece, lo avevamo compreso fin da subito e il nostro PSR – concludono – andrà proprio in questa direzione, un rafforzamento della sanità territoriale».